L’Italia arruolerà hacker per difendersi dalla cyberguerra

15/03/2017 di Redazione

I piani della nuova Difesa italiana prevedono «una forza integrata per le sfide future, senza gelosie di corpo», con meno personale ma più qualificato, con meno mezzi ma più sofisticato. Ed è previsto anche il reclutamento di hacker per difendere il Paese dalla cyberguerra.

 

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CYBERGUERRA, VERSO IL RECLUTAMENTO DI HACKER

È quanto spiegato oggi in un’intervista rilasciata a Gianluca Di Feo per Repubblica dal Capo di Stato maggiore della Difesa Claudio Graziano. C’è l’interesse a colmare il ritardo dell’Italia nella battaglia che si combatte nel cyberspazio, nella capacità di proteggere e attaccare reti di computer:

«Non avevamo compreso la dimensione della minaccia, ma ci stiamo attrezzando. Abbiamo creato il Cioc, Comando interforze operazioni cibernetiche, che è già in funzione e dal 2018 sarà a pieno regime. Stiamo pensando anche a un reclutamento straordinario, e ho già dato direttive in tal senso, perché tra i giovani ci sono delle grandi capacità: basta un hacker per mettere in crisi un sistema di computer. Già oggi nella scuola di Chiavari abbiamo una sala per simulare azioni cyber, gestita in collaborazione con l’Università di Genova, ma dobbiamo cercare all’esterno queste professionalità, soprattutto negli atenei».

 

Dalla Gran Bretagna alla Germania, i governi hanno varato programmi molto costosi.
Quali stanziamenti serviranno per la nostra cyberdifesa?

 

«Serviranno investimenti importanti, con ricadute però sullo sviluppo tecnologico del Paese. Quanto? Difficile dirlo ma credo che in futuro si arriverà al 10 per cento delle risorse della Difesa. Oggi tutto è già cyber: ogni nuova nave, aereo o mezzo terrestre è un sistema dove la componente digitale costituisce il 50-60 per cento dei costi e delle capacità».

 

Di cosa si occuperà il comando delle cyberwar?

 

«In patria difenderemo la sicurezza delle nostre reti, mettendo le strutture a disposizione degli altri dicasteri. Si tratta di un comando che nasce in stretto coordinamento con le altre agenzie di sicurezza. Nelle missioni all’estero ogni comandante potrà contare su tutti gli strumenti cyber, anche di natura offensiva».

(Foto da archivio Ansa. Credit: Silas Stein / dpa)

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