L’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare del Gran Sasso accusa Le Iene di falsa informazione su disastri nucleari in Abruzzo

In un servizio mandato in onda da Le Iene martedì scorso, veniva paventato un rischio radioattivo in Abruzzo, legato a un esperimento dell’Istituto Nazionale Fisica Nucleare con la sostanza Cerio 144. Nel video, Nadia Toffa ha mostrato la preoccupazione della gente del posto, delle associazioni e delle istituzioni locali circa possibili danni all’ambiente derivati da questo esperimento. Addirittura, eventuali danni derivanti da questo esperimento sono stati equiparati a quelli fatti dall’incidente nucleare nella centrale giapponese di Fukushima.

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ISTITUTO NAZIONALE FISICA NUCLEARE, LA RISPOSTA A LE IENE

Stando, però, a quanto riportato su Facebook dall’Istituto Nazionale Fisica Nucleare – una delle più importanti istituzioni scientifiche del Paese -, i rischi di esplosione e di radioattività sono praticamente nulli. «Il servizio delle Iene andato in onda ieri sera contiene numerose falsità e poche verità presentate in modo parziale e fazioso» – si legge in una risposta a un commento preoccupato da parte di una utente del social network.

«Nel caso dell’esperimento SOX – continua la nota – sono stati seguiti tutti gli standard previsti dalla legge. SOX non è un esperimento nucleare che prevede la manipolazione di atomi, come accade per esempio in una centrale nucleare, ma un esperimento scientifico che usa una sorgente radioattiva sigillata, come quelle che vengono usate, sia pure con una diversa potenza e differenti finalità, negli ospedali delle nostre città per eseguire esami diagnostici e terapie».

Nel corso della spiegazione, l’Istituto Nazionale Fisica Nucleare, si illustra come il Cerio 144 produca decadimenti radioattivi spontanei, non reazioni nucleari di fissione. Dunque, non ci sarebbe alcun rischio esplosione, nemmeno collegata a eventuali rischi sismici o a ancor più remote azioni terroristiche.

ISTITUTO NAZIONALE FISICA NUCLEARE: «NESSUN RISCHIO ESPLOSIONE RADIOATTIVA»

«SOX, dunque, non rappresenta in alcun modo un rischio, né per la popolazione né per l’ambiente – chiude l’ISFN -: non implica nessuna dose radioattiva per nessuno, e naturalmente neanche per le persone che lavorano nei laboratori, la dispersione del Cerio è impossibile anche in caso di incidente, la sorgente sarà sempre sorvegliata 24h/24 dal personale che di norma svolge l’attività di sorveglianza nei Laboratori».

Il problema della compatibilità ambientale tra l’Istituto Nazionale Fisica Nucleare e le falde acquifere del Gran Sasso, comunque, resta un dato di fatto. In passato, in due occasioni, alcuni incidenti hanno fatto scaturire problemi legati all’inquinamento dei fiumi e delle sorgenti. Ma pensare che l’INFS possa essere all’origine di un disastro nucleare, alla luce di quanto dichiarato dagli scienziati, sembra davvero una forzatura.

FOTO: ANSA/UFFICIO STAMPA GOIGEST

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