Istat: cresce l’occupazione, diminuisce la disoccupazione

10/03/2016 di Redazione

La disoccupazione nella media del 2015 è scesa all’11,9% dal 12,7% del 2014. A riferirlo è l’Istat. Dopo sette anni di aumento ininterrotto, nel 2015 la stima dei disoccupati diminuisce «in misura significativa». Si tratta di -203 mila disoccupati, un calo stimato del 6,3% registrato specialmente «nella seconda metà dell’anno», persone che cercavano lavoro da almeno 12 mesi.

I dati relativi a gennaio 2016, al netto della stagionalità, registrano una crescita degli occupati (+70 mila) che tornano al livello di agosto, dopo le variazioni nulle di ottobre e novembre e il calo di dicembre.

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L’occupazione sale per il secondo anno consecutivo (+186 mila occupati, +0,8%) con un tasso di occupazione al 56,3% (+0,6 punti). Scrive nel suo comunicato stampa l’Istat:

L’aumento tendenziale dell’occupazione registrato nel quarto trimestre (+184 mila) è dovuto quasi
esclusivamente agli uomini e risulta trainato dai lavoratori dipendenti, cresciuti di 298 mila unità, in gran
parte a tempo indeterminato (+207 mila) e, tra i dipendenti a termine, dall’incremento di quanti hanno un
lavoro di durata non superiore a sei mesi. Accanto alla risalita degli occupati a tempo pieno, l’aumento del
lavoro a tempo parziale coinvolge soprattutto quello di tipo volontario.

Importante, anche il ruolo delle trasformazioni da contratto a termine a indeterminato.

I dati di flusso mostrano che, a distanza di dodici mesi, crescono le transizioni dei dipendenti a termine verso il lavoro a tempo indeterminato (+3,5 punti) e i passaggi da collaboratore a dipendente (+14,4 punti) sia a termine sia a tempo indeterminato. Inoltre diminuisce la permanenza nella disoccupazione (-5,1 punti) e aumenta la probabilità di transitare nell’occupazione (+2,1 punti) o nell’inattività (+3,0 punti).

LA DISOCCUPAZIONE STABILE NEL QUARTO TRIMESTRE

A livello trimestrale il tasso di disoccupazione rimane stabile all’11,5% (si tratta degli ultimi tre mesi del 2015 rispetto al trimestre precedente). Il tasso di inattivi cala solo dello -0,1, fermandosi al 35,8%. L’occupazione, al netto degli effetti stagionali, si ferma a 22 milioni 583 mila persone, stabile rispetto al trimestre precedente, dopo la crescita nel secondo (+0,4%) e nel terzo trimestre (+0,7%). L’aumento è dato dalla crescita dei 50-64enni (+0,4 punti).

OCCUPAZIONE: I SETTORI IN CRESCITA Nelle imprese si registra, su base congiunturale e tendenziale, un considerevole aumento di utilizzo del lavoro sia per le posizioni lavorative sia per le ore lavorate, dati dalla consistente riduzione del ricorso alla Cassa integrazione. Cresce il settore dei servizi e, per la prima volta dal secondo trimestre del 2008, nell’industria. «Le dinamiche delle posizioni in somministrazione e del tasso di posti vacanti – spiega Istat – due indicatori utili a valutare le tendenze prospettiche dell’assorbimento di posti di lavoro da parte delle imprese, segnalano una relativa debolezza congiunturale, associata tuttavia a tendenze positive su base annua». Le retribuzioni salgono per l’inflazione «con una prosecuzione del recupero di potere d’acquisto al lordo delle imposte». «Continuano a diminuire gli oneri sociali – sottolinea l’istituto – per effetto della consistente riduzione contributiva associata alle nuove assunzioni a tempo indeterminato». Un aspetto che potrebbe aumentare il sostegno alla domanda di consumo e la competitività delle imprese per effetto della «riduzione del costo del lavoro».

(in copertina foto ANSA / CIRO FUSCO)

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