Istat, boom di italiani emigrati all’estero: +15% nel 2015

06/12/2016 di Redazione

Sempre più italiani vanno via dal nostro Paese. Continua a crescere il numero di nostri connazionali che decide di andare a vivere all’estero. A rilevarlo è l’Istat in un rapporto su migrazioni internazionali e interne della popolazione residente in Italia. Secondo l’istituto nazionale di statistica le cancellazioni dall’anagrafe per l’estero di cittadini italiani nel 2015 sono aumentate del 15% rispetto all’anno precedente, passando da 89mila a ben 102mila unità. Nello stesso periodo si è ridotta invece del 6% l’uscita di cittadini stranieri dall’Italia, passando da 47mila a quota 45 mila. Gli emigrati di cittadinanza italiana nati all’estero ammontano a oltre 23 mila: il 55% torna nel Paese di nascita, il 37% emigra in un Paese dell’Unione Europea, il restante 8% si dirige verso un Paese terzo non Ue.

ITALIANI EMIGRATI, PRINCIPALI METE REGNO UNITO E GERMANIA

Le principali mete di destinazione per gli emigrati italiani sono il Regno Unito (per il 17,1%), la Germania (16,9%), la Svizzera (11,2%) e la Francia (10,6%). Gli italiani rientrati dall’estero nello stesso anno sono stati invece 30mila, e provengono più frequentemente da Germania, Svizzera, Brasile e Regno Unito. I due flussi danno dunque origine ad un saldo migratorio negativo dei soli cittadini italiani di 72mila unità.

 

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L’Istat ha anche indicato come sostanzialmente stabile rispetto al 2014 il numero di immigrazioni, cioè le iscrizioni all’anagrafe dall’estero: nel 2015 sono stati 280mila, e nove su dieci riguardano cittadini stranieri, provenienti da 176 Paesi differenti e con 177 diverse cittadinanze. Tra i flussi in entrata, la cittadinanza più rappresentata è sempre quella romena, con 46mila iscritti, seguita dalle comunità marocchina (con 15mila iscritti), cinese (15mila) e bengalese (12mila). In rapporto al numero di residenti, le province da cui hanno origine i più rilevanti flussi in uscita di italiani sono quelle siciliane e quelle al confine nord del Paese.

(Foto da archivio Ansa)

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