Israele si scusa per il suo viceministro che ha definito il terremoto “punizione divina”

Lo stato di Israele ha chiesto ufficialmente scusa per le dichiarazioni del suo vice ministro della cooperazione regionale, Ayooub Kara, che ha affermato, durante la sua visita ufficiale in Vaticano, che “il terremoto nelle Marche e stata la punizione divina per l’astensione dell’Italia dalla votazione all’UNESCO sul riconoscimento dei luoghi santi di Gerusalemme”.

Questione complessa, già dibattuta ampiamente nei giorni scorsi. La risoluzione è del 18 ottobre e al voto sono seguite molte polemiche, smorzate dal Ministro degli esteri Gentiloni che ha aperto a un ripensamento della nostra posizione, se dovessero cambiare le condizioni di presentazione della richiesta. Insomma, questioni tecniche e politiche da dibattere nelle sedi adatte.

La dichiarazione di Kara è stata ovviamente condannata dal governo israeliano, che ritiene le sue parole “inappropriate: non dovevano essere pronunciate”. Lo ha comunicato il portavoce del Ministero degli affari esteri Emmanuel Nahshon, che ha riportato anche le scuse dello stesso Kara, che incontrerà il suo capo partito, e Primo Ministro Benjamin Netanyahu, quanto prima per chiarire la sua posizione.

Ora, come dicevamo la questione e complessa e non dell’ultim’ora, al contrario, sono sei anni che si cerca di trovare una soluzione a un tema che più che culturale, ovvero il riconoscimento di siti dichiarati patrimonio culturale dell’umanità nello stato della Palestina, è da sempre politico, con Israele che ovviamente considera quei luoghi spiritualmente e territorialmente propri.

Insomma, una situazione in cui il governo italiano si è venuto a trovare come ago della bilancia, più per la posizione dello stesso Gentiloni che del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che aveva accolto non molto bene l’astensione italiana.

Ad aprile se ne riparlerà, nel mentre sarebbe interessante mandare in missione ufficiale il simpatico vice-ministro Kara nelle zone colpite dal sisma, bussando porta a porta, almeno a quelle delle case che sono rimaste in piedi, per chiedere scusa a tutte le persone, nessuna esclusa, che ha sofferto e perso qualcosa, talvolta tutto, a causa di una calamità naturale.

D’altronde, l’espiazione è parte integrante della fede, giusto?

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