Perchè l’ISIS nel 2015 è come il punk negli anni ’70 o l’hipster di oggi: Rock the Jihad

ISIS

è una cultura giovanile e non lo sapevamo. Per molti ragazzi figli di migranti in crisi di identità il radicalismo jihadista offre una possibilità di identificazione e di ribellione a una società da cui si sentono respinti. Per Peter Neumann, uno dei principali esperti di terrorismo in Europa, l’ISIS offre ai ragazzi non inseriti nell’università la stessa attrazione del punk negli anni settanta.

ISIS SIGNIFICATO –

I foreign fighters sono uno dei fenomeni più preoccupanti per la comunità internazionale nella sua lotta contro l’ISIS. L’organizzazione terroristica di al-Baghdadi è riuscita a mantenere la sua forza grazie al costante afflusso di migliaia di giovani, in prevalenza europea, che hanno abbandonato la loro vita per combattere la jihad. Peter Naumann, direttore del centro internazionale per gli studi sulla radicalizzazione e la violenza politica del Kings College di Londra, sta ricercando questo fenomeno da molto tempo, grazie anche ai contatti tenuti coi giovani miliziani dell’ISIS su Facebook e Twitter. Naumann ha costanti comunicazioni con circa un centinaio di giovani jihadisti, e in un’intervista a Die Zeit rimarca come ormai ISIS possa essere considerata una cultura giovanile, come gli hipster di oggi, o il punk di una volta.

Il terrorismo islamico è una cultura giovanile. Molti dei combattenti hanno vent’anni o poco più. In quest’età si attraversa una fase di ribellione. Si desidera il rifiuto dalla società. E qual è la cosa più folle che si può fare oggi? Come puoi portare contro di te i tuoi genitori, i tuoi docenti, e tutta l’autorità? 30 anni fa si poteva diventare un punk, 20 anni fa un neonazista, oggi invece un terrorista islamico. Negli USA ci sono già uomini che in passato sono stati estremisti di destra, e ora jihadisti. Sono persone in ricerca di un senso più profondo nella loro vita.

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ISIS EUROPA –

Peter Naumann smentisce un pregidizio che riguarda i foreign fighters che militano nell’ISIS. Si presume che la maggior parte di loro provenga dalle frange della società, da una marginalità violenta che li spinge al radicalismo per mancanza di prospettive. Questo è vero solo in parte; se ci sono molti miliziani dell’ISIS con passato di criminalità nelle periferie delle grandi città francesi, dall’Inghilterra arrivano invece molti studenti universitari. Tra di loro ci sono anche hipster dell’ISIS, giovani che sui social network postano foto che evidenziano quanto per loro conti avere un abbigliamento e un look alla moda. Naumann evidenzia come le università siano un classico luogo di reclutamento per gli islamisti. Chi esce di casa e si trova in una nuova città dove non conosce nessuno, si sente a volte perduto e prova risentimento visto che viene percepito come musulmano, straniero. Chi in un campus dice che comprende i tuoi sentimenti di esclusione, come fanno i reclutatori dell’ISIS, diventa così un amico, un confidente, con cui stringere un legame. La radicalizzazione solitaria su internet è un fenomeno che si verifica molto raramente, e talvolta si nota come intere compagnie di amici, magari ragazzi che giocavano nella stessa squadra di calcio giovanile, si sono trasferite interamente in Siria per combattere la jihad. Molti di loro si annoiano nella loro nuova vita sotto il califfato, visto che la vita da Rambo attesa non corrisponde alla realtà, fatta di lunghi turni di guardia dove non succede nulla per molte ore.

Photo credit: TAUSEEF MUSTAFA/AFP/Getty Images

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