Come funziona l’ISIS in 10 punti

ISIS è la più grande organizzazione terroristica del mondo. Fondata a fine degli anni novanta dal jihadista giordano al-Zarqawi, e sezione di al-Qaida fino al 2014, ISIS è riuscita a trasformarsi in un’entità substatuale che controlla un vasto territorio tra Iraq e Siria, oltre ad alcune città in Libia e le regioni nigeriane sottoposte al dominio dei Boko Haram. Ecco come funziona l’ISIS in dieci domande e risposte.

    • 1. Come si chiama ISIS? Dopo gli attentati di Parigi è ritornato il dibattito su come chiamare ISIS, se con l’acronimo inglese, oppure con quello arabo di Daesh, che significa Al-dawla al-Islamija ¬fi-l-Iraq w l-Sham. ISIS è in realtà il nome preso dal gruppo jihadista tra la fine del 2013 e la metà del 2014, quando lo Stato islamico dell’Iraq aveva occupato nuovi territori in Siria. Dall’estate dell’anno scorso il nuovo nome scelto dall’organizzazione terroristica è Stato islamico, o IS con acronimo inglese, per rafforzare la sua propaganda in merito all’instaurazione del nuovo califfato.
    • 2. Quanto è grosso il territorio dell’ISIS? Dal 2014 ISIS controlla la parte orientale della Siria e la parte sunnita dell’Iraq, corrispondente al Nordest del Paese arabo. Si tratta di circa 100 mila chilometri quadrati, circa un terzo dell’Italia, dove però vivono solo 2 milioni di persone. La gran parte del sedicente califfato è infatti composto da deserto, anche se esistono redditizi campi petroliferi in Siria sfruttati dall’ISIS per finanziare le sue attività.
    • 3. Quanti guerriglieri ha l’ISIS. Non esiste un dato preciso, ma sicuramente ISIS ha un’organizzazione imponente per essere un gruppo terroristico. Secondo la Cia i guerriglieri del sedicente califfato guidato da al-Baghdadi sono tra i 20 e 31500, secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani solo in Siria ci sarebbero oltre 50 mila miliziani. La Russia stima in 70 mila il numero dei jihadisti. Particolarmente rilevante è il contributo dei foreign fighters, i miliziani nati in Europa o in altre parti del mondo e trasferitisi in Siria per combattere Assad e la jihad. Secondo i servizi segreti di diversi Paesi il numero di questi jihadisti sarebbe intorno ai 30 mila.
    • 4. Il belga Abdelhamid Abaaoud è ritenuto lo stratega degli attentati di Parigi. I foreign fighters comandano nell’ISIS? Nell’ISIS le decisioni più importanti sono prese dal nucleo storico formatosi tra i capi di al-Qaida in Iraq e i vertici dell’esercito di Saddam Hussein, che si sono uniti all’organizzazione terrorista dopo la debaathificazione del Paese e le politiche settarie del governo Maliki. Gli stranieri come Abdelhamid Abaaoud hanno di solito poco peso nelle strategie decisionali, anche se il gruppo dei ceceni ha un’influenza piuttosto rilevante.
    • 5. Si possono vietare le fonti di finanziamento dell’ISIS? Al momento non ci si è riusciti, nonostante un anno di bombardamenti sui campi petroliferi controllati dall’ISIS. Grazie a quest’attività è nata una economia sotterranea difficile da contrastare, soprattutto se non si vuole perdere il consenso della popolazione che vive sotto il califfato ma non ne condivide obiettivi e mezzi. Anche le milizie siriane che combattono Assad e sono contro l’ISIS comprano il petrolio dai terroristi.

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Come si finanzia l’ISIS

  • 6. Come si finanzia l’ISIS? ISIS si finanzia principalmente attraverso i campi petroliferi siriani, e in minima parte irachena, che vendono un barile di greggio a un prezzo compreso tra i 25 e i 45 dollari al giorno. Il resto delle sue fonti di finanziamento è invece più tipico delle organizzazioni criminali, come il “pizzo” chiesto a commercianti e negozianti, i saccheggi e il contrabbando dei reperti archeologici, e i furti compiuti nelle banche irachene.
  • 7. Il ricavato dei rapimenti. ISIS si finanzia anche coi rapimenti, anche se negli ultimi mesi questa fonte di entrate è diminuita visto che ormai pochissime persone si avventurano nei pressi del califfato. L’ISIS chiede dazi doganali ai turchi come ai siriani o gli iracheni che passano attraverso il suo territorio.
  • 8. Quali sono gli Stati che appoggiano l’ISIS? Nessuno. Ci sono però numerosi simpatizzanti nei Paesi arabi, e comportamenti, come i mancati controlli alla frontiera con la Siria della Turchia di Erdogan, che evidenziano simpatie o tolleranza verso i jihadisti. In passato ISIS è stata finanziata da diverse monarchie del Golfo che appoggiavano la resistenza anti Assad, ma da ormai due anni l’organizzazione è diventa autonoma.
  • 9. Come si vive a Raqqa. Raqqa è la capitale del califfato, la città più grande controllata dall’ISIS insieme a Mosul, caduta sotto il controllo dei terroristi però successivamente. La città siriana una volta contava un milione di abitanti, mentre ora sono solo 400 mila. A quanto risulta dalle testimonianze le donne e i giovani non escono più di casa, mentre il controllo militare imposto dall’ISIS si è indebolito in questi mesi per il suo costo elevato, e ne è nato una sorta di mercato delle indulgenze. Chi viene visto mentre fuma, comportamento vietato, può comprarsi il perdono.
  • 10. Gli Usa sono responsabili della nascita dell’ISIS? Gli Stati Uniti hanno finanziato gruppi ribelli siriani, ma che non facevano parte delle rete radicale sunnita che combatteva Assad, invece supportata dai Paesi del Golfo. ISIS è un’organizzazione che discende dalla resistenza irachena contro l’occupazione americana, seguita alla deposizione di Saddam Hussein.

Photo credit: AHMAD AL-RUBAYE/AFP/Getty Images

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