Perché Jihadi John e i terroristi dell’Isis si fanno chiamare come i Beatles

08/02/2016 di Stefania Carboni

Il nuovo “Jihadi John” dell’Isis ha un volto e un nome: Alexanda Kotey, 32 anni, della londinese Shepherds Bush. Con Ainde Davis, di Hammersmith, Kotey è uno membri della cellula ISIS “Beatles” guidata da Jihadi John, alias Mohammed Emwazi, ucciso lo scorso novembre da un drone a Raqqa, in Siria.

Jihadi John ucciso
Jihadi John

ALEXANDA KOTEY: CHI ERA IL RINGO DELL’ISIS

– Il Washington Post, grazie a una inchiesta condotta con il magazine online Buzzfeed, svela le loro identità. Tutti e tre i Beatles dell’ISIS frequentavano la stessa moschea a Londra, la Al-Manaar, prima della loro espulsione. Secondo il Washington Post sia Kotey che Davis controllano i prigionieri stranieri nella mani dell’ISIS in Siria. Kotey – di origini ghanesi e greco cipriote – è cresciuto a Shepherd’s Bush. Padre di due figli, si è convertito all’Islam intorno ai 20 anni. Con la sua ragazza musulmana decise nel 2009 di andare a Gaza con un convoglio di aiuti umanitari organizzato dall”ex deputato laburista George Galloway. Ricordato come il “Ringo” del gruppo ISIS Kotey, con Jihadi John Emwazi, frequentava il movimento di giovani islamici radicalizzati “London’s Boys”, legato agli attentati di Londra del luglio del 2005. Grande reclutatore di anime il Ringo dell’ISIS riuscì a trascinare due studenti in Siria e in Iraq: entrambi morirono in attacchi suicidi.

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COME NASCE LA CELLULA BEATLES DELL’ISIS

In realtà non è Jihadi John che ha deciso di chiamarsi come un Beatles. Il soprannome “John” è stato deciso da altri: gli fu attribuito da un gruppo di occidentali tenuti in ostaggio della cellula terroristica. Il commando era composto da quattro persone, tutte con accento britannico. Così i prigionieri hanno deciso di chiamarli  “The Beatles” (il soprannome del terrorista faceva riferimento a John Lennon, leader della band).  Altri soprannomi come “Jihadi John”, o “Jailer John” furono attribuiti dalla stampa. Con Jihadi John i prigionieri ricordavano anche “Ringo” (Kotey) e “Paul”.

(in copertina foto DANIEL SORABJI/AFP/Getty Images)

 

 

 

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