Università, col nuovo Isee crollano le borse di studio: i dati

Università, col nuovo Isee crollano le domande di borse di studio e la possibilità per gli studenti di accedere al sostegno reddituale agli studi: sono le associazioni degli universitari, oggi, a diffondere i dati sul calo delle richieste e delle conferme degli assegni per il sostegno agli studi; un diritto costituzionalmente garantito agli studenti italiani che, per questioni burocratiche sta venendo – è la tesi delle associazioni studentesche – irragionevolmente compresso.

UNIVERSITA’, COL NUOVO ISEE CROLLANO LE DOMANDE DI BORSE DI STUDIO

Tutto parte con la riforma degli indicatori Isee, approvata nel 2013 dal governo di Mario Monti ed entrata in vigore nel 2015; una riforma che puntava a combattere la piaga dell’evasione fiscale, indubbiamente uno dei principali problemi italiani, attraverso una più efficace valutazione del patrimonio dei soggetti.  Le stime del ministero del Lavoro certificavano che il 10% della platea degli interessati, in generale, aveva visto peggiorato il proprio calcolo reddituale in conseguenza della riforma; per il settore del sostegno agli studi universitari, invece, la situazione sarebbe peggiorata per addirittura il 30% degli aventi diritto. Cosa significa? Che senza che nulla sia cambiato nel reddito degli studenti, molti di essi non hanno più diritto – e quindi hanno rinunciato a fare richiesta – o si sono visti negare l’accesso alle borse di studio universitarie: la nuova regolamentazione Isee va ad aumentare il “peso” nel calcolo complessivo dei beni patrimoniali, quali l’automobile o la casa di abitazione del nucleo familiare.

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In particolare, nei nuovi criteri sale il peso del valore della prima casa, che viene calcolato, invece che sul valore Ici, sul valore Imu, andando a far decollare la stima dell’immobile. L’Italia risulta essere un paese in cui, in linea di massima, i proprietari di casa sono moltissimi, e molti nuclei familiari hanno magari anche una seconda casa, forse ereditata, sfitta: questo, sulla carta, rende le famiglie “ricche” per il fisco, ma a livello di costo della vita la verità è un’altra. Con i vecchi calcoli Isee, molte di queste famiglie potevano accedere al sostegno per gli studi; con i nuovi criteri, ora questi nuclei familiari sono cadute letteralmente in crisi. “Ci chiamano al telefono genitori letteralmente in lacrime”, ci dice Alberto Campailla, coordinatore di Link-Coordinamento Universitario, una delle principali associazioni degli studenti italiane: “Sono famiglie che hanno tre figli all’università, magari uno di essi all’ultimo anno e che hanno sempre potuto contare sulle borse di studio, e che ora si ritrovano sul lastrico”. La situazione è peggiorata perché nel calcolo dei criteri necessari per accedere alle borse è entrato anche l’indicatore dell’Ispe, Indicatore della Situazione Patrimoniale Equivalente, un indicatore basato esclusivamente sul patrimonio immobiliare del nucleo familiare “attualizzato” per il singolo componente.

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Ulteriore problema sorge per le difficoltà di coordinamento di redditi e patrimoni di famiglie con genitori separati e non conviventi, perché senza il divorzio il patrimonio è da considerare ancora cumulato. Il risultato è nei dati diffusi oggi proprio dalla Link.

Rispetto al 2014/15 le domande di borsa di studio sono crollate di 1349 studenti a Firenze di 990 a Siena e addirittura di più di 1800 a Pisa. In Veneto certamente non va meglio. Non abbiamo i dati relativi agli idonei o al numero di domande per la borsa di studio ma a parlare bastano i dati relativi agli idonei alle residenze universitarie. Gli idonei erano 1332 nel 2014/15 e si sono ridotti alle sole 880 unità quest’anno con una flessione negativa di ben – 39%. A questi dati drammatici si aggiungono quelli della Puglia che registra un calo di domande del 30% a Bari, e del 23 % a Lecce per un totale di rispettivamente 1750 e 499 studenti richiedenti in meno. Arrivano i primi dati anche da Statale e Bicocca relativi ai posti alloggio che parlano di una riduzione del 14,5% delle domande di riconferma di posto alloggio.Sul Lazio la situazione è critica per più di 11000 richiedenti a causa dei ritardi dell’Inps che tutt’ora non ha fornito il calcolo definitivo dell’Isee per molti studenti i quali resteranno nell’incertezza della loro situazione fino all’uscita delle graduatorie definitive.

Nel Lazio gli esclusi dalle borse di studio, stando alle graduatorie provvisorie che saranno “in ballo” fino alla fine del mese, gli esclusi dalle borse di studio sarebbero più che raddoppiati: 11mila quest’anno, 5200 l’anno scorso (dati LazioDisu elaborati da Link). Sui gruppi Facebook dove si radunano gli “esclusi” per colpa del nuovo Isee c’è chi dice: “O la situazione si risolve, o sarò costretta a lasciare l’università”. A coordinare la protesta dei ragazzi sono proprio le associazioni universitarie: la Rete della Conoscenza – Link ha ottenuto il deposito di varie interrogazioni parlamentari sul tema e, ci dicono, “c’è un canale aperto con il ministero”; l’Unione degli Universitari ha aperto uno sportello online per offrire agli studenti informazioni e sostegno.

Copertina: Getty Images

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