Uragano Irma, perché gli inviati tv fanno esattamente ciò che sconsigliano di fare?

11/09/2017 di Redazione

Inviati tv tra gli alberi piegati dalle raffiche di vento, a pochi metri dall’occhio del ciclone, sotto piogge battenti. E mentre cercano di non volare via, ripetono a chi li ascolta da casa di non uscire, perché è pericoloso. L’effetto è piuttosto straniante. Ha senso che gli inviati tv facciano esattamente ciò che sconsigliano di fare ai telespettatori? Il dibattito è esploso sui social durante il passaggio dell’urgano Irma dalla Florida.

Il caso è scoppiato domenica mattina, quando Bill Weir, uno storico cronista della CNN, è stato quasi spazzato via durante un collegamento in diretta da Key Largo, in Florida. Su Twitter gli utenti hanno cominciato a fare la polemica: “Perché i notiziari sentono la necessità di mandare i giornalisti lì fuori?”, “Questo non è sicuro: gli inviati televisivi dovrebbero dare il buon esempio”. In collegamento dallo studio con Bill Weir c’era l’anchorman Chris Cuomo, che ore più tardi – come riporta il New York Times – è voluto entrare nella polemica sull’opportunità di lasciare gli inviati tv in mezzo alle strade durante l’uragano: “Non è una cosa intelligente da fare”, ha ammesso.

GLI INVIATI TV PER LE STRADE DELLA FLORIDA DURANTE IL PASSAGGIO DELL’URAGANO IRMA

Non c’era solo Bill Weir a documentare il passaggio di Irma dalle strade della Florida. Mariana Atencio, corrispondente della MSNBC, era era in diretta da un viale di Miami e indicava un grande albero abbattuto dal vento a pochi metri da lei. Intorno a lei, il vento stava piegando tutti gli altri alberi della strada. È stata la stessa giornalista, in diretta, a domandarsi se non fosse troppo pericoloso per lei e la troupe restare lì in quel momento. A mezzogiorno, poi, la situazione di pericolo in cui si trovava è stata il contenuto dello stand up di un inviato della CNN, Kyung Lah: “Se non fossi attaccato a questa ringhiera d’acciaio, volerei via”, ha detto in onda da Miami Beach verso mezzogiorno.

Non è solamente l’uragano Irma ad aver esposto al pericolo gli inviati tv : è un’abitudine vecchia decenni, ma sono stati i social media a far esplodere il dibattito intorno a questa opportunità. Il buon senso farebbe dire a tutti che sarebbe meglio lasciare i giornalisti al sicuro in studi tv, durante un uragano. Eppure è proprio la forza di quelle immagini a convincere – più di ogni altra cosa – le persone a restare al sicuro. I cronisti, poi, assicurano di prendere tutte le precauzioni del caso, per evitare di rischiare la vita.

NEL 1961 IL PRIMO URAGANO DOCUMENTATO IN DIRETTA

La prima diretta da un uragano negli Stati Uniti risale al 1961. A farla fu Dan Rather, poi diventato un anchorman della CBS News. All’epoca invece lavorava per l’emittente KHOU a Houston e da lì ha trasmesso le immagini dell’uragano Carla. Per documentarle è andato in piazza, in prima persona. Era immerso nell’acqua fino alla vita e proprio quello stand up lo aiutò a fare carriera.

GLI INVIATI TV POSSONO TIRARSI INDIETRO DAL PERICOLO?

Oggi, però, non è più così: gli stand up pericolosi li fanno gli inviati tv di tutte le reti televisive e anche molti che lavorano nelle testate online. È una prassi così consolidata, che è ormai difficile tirarsi indietro, anche per quei giornalisti freelance che pur di vendere il loro servizio, si vedono costretti a uscire per strada da soli, senza troupe. È il caso di Jacque Masse, una cronista locale di 12 News di Beaumont, in Texas. Il 25 agosto ha documentato il passaggio dell’uragano Harvey da sola, con telecamera alla mano. Del suo lavoro di quel giorno ha poi scritto: “L’invio di un solo giornalista multimediale per coprire un uragano non è stato solo un modo per risparmiare, ma è stato anche pericoloso”. L’emittente si è attirata delle critiche, ma il problema resta e o si tirano indietro tutti o resta indietro chi decide di non mandare i suoi inviati tv a rischiare la vita.

 

 

 

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