Intercettazioni: ok della Camera alla riforma del processo penale

L’aula della Camera ha approvato il ddl di riforma del processo penale, che contiene anche la delega al governo sulle intercettazioni, incassando 314 sì, 129 no e 51 astenuti. A favore hanno votato Pd, Scelta civica, Area popolare, Psi, Pi-Cd. Contrari Movimento 5 stelle, Lega nord, Fdi, Sel, Alternativa libera. Forza Italia si è invece astenuta. Il provvedimento passa ora all’esame di Palazzo Madama.

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INTERCETTAZIONI: COSA CAMBIA

– La maggioranza ha deciso di eliminare l’udienza filtro, ovvero quando l’accusa e difesa si sarebbero dovute accordare per decidere quali intercettazioni stralciare o mantenere negli atti di un processo, tutelando così il diritto alla privacy delle persone non indagate. Il ddl delega Palazzo Chigi sulla questione intercettazioni. Quindici righe, secondo cui il governo potrà indicare nuove linee a pm e giudici e, senza l’udienza filtro, garantire il rispetto del «contradditorio tra le parti». Un aspetto sottolineato stamane da Liana Milella su Repubblica è il bavaglio sulle intercettazioni di chi è «occasionalmente coinvolto» nelle indagini: queste conversazioni non saranno più rese pubbliche.

INTERCETTAZIONI: LA PROTESTA M5S IN AULA

-Il Movimento 5 Stelle ha protestato in aula. I deputati pentastellati, durante l’intervento di Vittorio Ferraresi, si sono alzati in piedi e hanno coperto la bocca con un fazzoletto bianco: «Questo bavaglio non è il bavaglio della stampa – ha detto Ferraresi – è il bavaglio del cittadino contro le trivelle, del lavoratore contro il jobs act, della vittima contro il ladro, del giudice che implora risorse per lavorare, è il bavaglio messo alle vittime di mafia».

INTERCETTAZIONI: GLI ALTRI CAMBIAMENTI DEL DDL

La legge delega punta a fornire anche tempi certi per l’esercizio dell’azione penale. Ci sono poi interventi sull’udienza preliminare e sui riti alternativi e più garanzie per gli imputati e le vittime. Pene più dure per i reati di strada. Nel ddl è prevista l’estinzione del reato in caso di condotte riparatorie. Nei reati per cui si può procedere tramite querela il giudice dichiara estinto il reato, sentite le parti e la persona offesa, quando l’imputato ripara interamente il danno con restituzione o risarcimento ed elimina di fatto le conseguenze del reato. Non solo: dopo sei mesi dalla denuncia la persona offesa ha diritto di conoscere lo stato del procedimento, attribuendole così un potere di controllo e stimolo all’attività del pm. Alla persona offesa inoltre previsto anche più tempo per opporsi alla richiesta d’archiviazione, che nel caso di furto in abitazione dovrà in ogni caso esserle comunicata. Per furto in abitazione si passa dai 3 a 6 anni, per furto aggravato da 2 a 6 anni e rapina semplice da 4 a 10 anni.

Riguardo al voto di scambio politico-mafioso dagli attuali 4-10 anni si passerà a 6-12.
Con la riforma garantiti i tempi certi di indagine: il rinvio a giudizio o l’archiviazione dovranno essere chiesti dal pm entro 3 mesi, prorogabili di altri 3 dal pg presso la corte d’appello se si tratta di casi complessi. Infine è previsto uno specifico potere di vigilanza del pg sulla tempestiva e regolare iscrizione nel registro degli indagati e nell’udienza preliminare è soppresso il potere del giudice di esercitare la supplenza dei poteri-doveri di indagine del pm. Salva la facoltà del del giudice di disporre l’acquisizione di prove decisive ai fini del proscioglimento dell’imputato. Se dopo le ulteriori indagini ordinate dal gip (a seguito di una prima richiesta di archiviazione), il pm richiede nuovamente l’archiviazione e non vi è opposizione della persona offesa, il gip non può fornire l’imputazione coatta.

(Foto di copertina di: ANSA / ANGELO CARCONI)

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