Il web augura lo stupro a tre giornaliste che si occupano di migranti

C’era chi aveva intervistato l’imam di Bari indossando il velo. C’era chi aveva denunciato l’orribile manifesto di Forza Nuova sugli stupri e sui migranti. Dall’oggi al domani, le giornaliste Antonella Napoli, Tea Sisto e Silvia Dipinto si sono trovate le bacheche dei loro account social piene zeppe di insulti sessisti. Da chi augura loro lo stupro a chi prevede che la «rabbia del popolo» si scatenerà con violenza contro di loro.

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INSULTI SESSISTI GIORNALISTE, LA DENUNCIA DELLA FNSI

Ma il mondo della stampa non ci sta ed esprime una netta condanna a questi episodi. Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti – rispettivamente segretario generale e presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana – hanno lanciato un monito e una denuncia: «Si sta assistendo – scrivono in una nota – a una vera e propria escalation nei confronti di colleghe che ‘osano’ affrontare temi delicati come l’immigrazione. Gli insulti sessisti vanno sanzionati nelle sedi competenti».

Non ci sono, del resto, soltanto gli organi ufficiali a fare una levata di scudi nei confronti di Napoli, Sisto e Dipinto. La solidarietà di tanti giornalisti a titolo personale o di semplici lettori offre una sorta di appiglio di speranza in un mondo – come quello del web – sempre più ostile a chi si occupa di certe tematiche.

Così, Tea Sisto e Antonella Napoli – ad esempio – hanno scelto di pubblicare tutti i messaggi di solidarietà che stanno arrivando loro nelle ultime ore. Una sorta di contraltare rispetto a parole spregevoli, che sono state costrette a subire negli istanti immediatamente successivi alla pubblicazione dei loro articoli.

INSULTI SESSISTI GIORNALISTE, ECCO ALCUNI ESEMPI

Sembra incredibile che, in pieno 2017, le donne – specialmente coloro che svolgono una funzione pubblica – possano subire degli insulti del genere ed essere considerate addirittura «nemiche del popolo italiano». Tuttavia, nonostante gli haters e le vere e proprie minacce di cui sono state bersaglio, continuano ogni giorno a lavorare, occupandosi di tematiche delicate. È la migliore risposta a chi le vorrebbe vittime di uno stupro.

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