In Armenia i genitori diventano i papponi delle proprie figlie

Un cable di Wikileaks rivela particolari agghiaccianti sul traffico del sesso a Vanadzor.

Così i diplomatici americani vanno per le strade di Vanadzor a parlare con le prostitute e poi raccontano quello che succede. E Wikileaks pubblica il resoconto di questa passeggiata all’inferno. Povertà e disperazione sono i fattori principali che contribuiscono al traffico di persone in Armenia, secondo la polizia e le organizzazioni umanitarie che operano a Vanadzor, la terza città armena. Viene chiesto alle prostitute cosa si può fare per sradicare il traffico di esseri umani in Armenia. Nessuna ha una risposta per un quesito del genere, ma tutte concordano sul fatto che la mancanza di lavoro per le donne spinge molte a vendere se stesse. Vengono buttate in strada a prostituirsi dall’età di 12 e 13. Bambine, insomma. E chi le avvia sono i loro stessi genitori. Molte si vendono per un pezzo di pane e un po’ di riso. Per mangiare, insomma, e per portare qualcosa a casa. Vengono spedite in Turchia e in Dubai, a volte ignare di ciò che le attende (questo accade alle più piccole), altre no.

AIDA – Aida è una di loro. Ad Aida nel 1998 viene offerto un lavoro come lavapiatti in Dubai, per 500 dollari al mese. Ma non va proprio così. All’arrivo le sequestrano il passaporto, la rinchiudono in un albergo e la costringono ad avere rapporti sessuali con almeno 20 clienti al giorno. Aida ora è tornata a Vanadzor, ha una figlia di 7 anni per mantenere la quale ha una sola strada: battere la strada. Guadagna 10 dollari al giorno. Le avevano offerto di reclutare ragazze, ma lei ha detto di no, perché sa che tutte le reclutatrici sono obbligate a mentire alle ragazze, perché è necessario introdurle con l’inganno nel mondo della prostituzione. Aida da due mesi lavora con sua sorella Suzy. Il marito di Suzy ha chiesto il divorzio e l’ha lasciata senza un soldo con due bambini. Come capita troppo spesso nel mondo, il marito che se ne va non ha doveri verso la moglie e i figli. Ma non tutte le donne vengono inviate a prostituirsi in Dubai o a Istanbul con l’inganno. Molte sanno perfettamente cosa stanno andando a fare, e spesso viaggiano con le famigliole occidentali in vacanza. E gli occidentali quando sono in vacanza pensano solo a distrarsi, si sa. Molte di queste donne sanno che saranno sfruttate, ma non hanno scelta. Sono rassegnate. Secondo Aida il 70 % delle donne di Vanadzor si prostituisce, e poche di loro usano il preservativo. I preservativi costano.

IL DOMIK DI VANADZOR – Poi i diplomatici statunitensi fanno un giro in un Domik, che è una baraccopoli. Si tratta slum come tante altre nel mondo, spesso senza acqua né elettricità. Le prostitute vivono qui. Mariam, tre anni, vive in una baracca con altre undici persone, tra cui la sorellina, che malgrado l’età è già incinta. Mariam è malata di cuore ed è molto piccola per la sua età. L’unico maschio che vive in questa fatiscente casa è il fratello di Mariam, che chiede l’elemosina per strada. Rudik Varosyan, responsabile dei problemi dei minori al dipartimento di polizia di Vanadzor, spiega come i genitori spingano le figlie alla prostituzione. “Alcuni sono fieri che i loro bambini guadagnino soldi.” Il modo non importa, basta portare il denaro a casa. Così sono loro stessi che affidano le bambine ai reclutatori i quali poi portano le bambine i Dubai e in Turchia per essere avviate al mercato del sesso. Il domik di Vanadzor è uno dei maggiori centri di raccolta di essere umani da avviare a questo mercato. Chi va in Armenia, se va a visitare Yerevan ne trae un’impressione positiva, di paese in via di sviluppo, con le sue belle strade pulite, le belle case e le macchine nuove. Ma c’è anche il domik di Vanadzor. Gli armeni lo sanno, i turchi lo sanno, i diplomatici americani lo sanno e adesso lo sappiamo anche noi.

Share this article