Immigrazione in Italia e in Europa, arriva il piano dell’Ue

Immigrazione in Italia e in Europa, arriva il piano dell’Unione Europea, l’agenda sulle migrazioni promessa dal presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker basata su tre pilastri: aumento della dotazione finanziaria per Triton e Poseidon, le missioni militari che intercettano i barconi dei trafficanti; un piano di redistribuzione dei migranti fra i paesi europei in base alle possibilità economiche e alla popolazione di ogni paese; la successiva elaborazione di una azione militare per distruggere i barconi degli scafisti prima che partano.

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ANSA/JULIEN WARNAND

 

IMMIGRAZIONE IN ITALIA E IN EUROPA, ARRIVA IL PIANO DELL’UE

Il piano ripaga l’impegno dell’Alto Rappresentante per la Politica Estera dell’Unione Europea Federica Mogherini, che ieri ha annunciato l’arrivo del piano con un tweet.

Il presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker in un video dettaglia le previsioni della nuova agenda europea sull’immigrazione.

Principale novità di breve periodo per venire incontro ai problemi dei paesi che ricevono la gran parte degli immigrati, come l’Italia, è il meccanismo delle quote di redistribuzione di migranti e richiedenti asilo.

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IMMIGRAZIONE IN ITALIA E IN EUROPA, LE QUOTE DEI MIGRANTI

Ce ne parla il Corriere della Sera.

Saranno reinsediati in Europa 20 mila profughi richiedenti protezione internazionale, provenienti da campi profughi di Paesi terzi, di cui il 9,94% in Italia (cioè meno di 2mila persone). Si tratta di profughi che attualmente risiedono in campi profughi all’estero e che hanno i requisiti per ottenere lo status di rifugiati (reinsediamenti, appunto). Per quanto riguarda i richiedenti asilo già presenti in Europa o che entreranno direttamente in territorio europeo (in questo caso si parla di ricollocamenti), all’Italia spetterà una quota dell’11,84%, che è la terza quota più alta in Europa.

I paesi che sopporteranno le quote più alte sono “la Germania (18,42%), seguita dalla Francia (14,17%), l’ultima il Lussemburgo (0,85%)”. Gran Bretagna, Irlanda e Danimarca hanno ottenuto un opt-out dal piano di accoglienza, potendo rifiutare la loro quota se non desiderano partecipare alla politica europea di accoglienza migratoria. Dopo l’uscita dei dettagli del piano, è il momento delle cifre: “Tra i tecnici del Viminale girano tabelle e proiezioni. La domanda è: quali saranno le ricadute del piano europeo? «È un rebus, ma se non cambierà l’accordo il nostro Paese potrebbe tornare sotto quota 50mila profughi”, si legge su Repubblica. Le quote dei richiedenti asilo già arrivati in Europa e che devono obbligatoriamente essere divisi fra i vari stati vedono l’Italia come terza per impegno, ma “visto il peso che già sostiene, come ha precisato l’Alto rappresentante Ue per gli affari esteri, Federica Mogherini, il nostro Paese «sarà esonerato» dall’accoglienza di nuovi richiedenti asilo”.

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IMMIGRAZIONE IN ITALIA E IN EUROPA, DISTRUGGEREMO I BARCONI

Altra questione è l’azione militare per la distruzione dei barconi dei trafficanti di uomini, per far partire la quale l’Italia e l’Europa attendono la risoluzione delle Nazioni Unite che dovrebbe arrivare a giorni: sul punto c’è fiducia. Ce ne parla Repubblica.

Sembra comunque probabile che si faccia riferimento alla Marina per le sue navi anfibie della classe San Giusto (San Giusto, San Giorgio, San Marco) e per la portaerei Cavour che garantirebbe un appoggio dall’alto alle operazioni grazie agli Harrier. La Marina ha a disposizione anche le truppe speciali del Comsubin (incursori subacquei) e del San Marco che come capacità si affiancano ai Lagunari: i due corpi sono per l’Italia l’equivalente dei marines americani. Potrebbero essere adoperati anche altri corpi speciali dell’Esercito come gli incursori paracadutisti del Col Moschin. Sarà comunque indispensabile l’impegno dell’Aeronautica, prima di tutto per le ricognizioni (Tornado Ecr e Predator Mq-1) e se sarà necessario per la protezione dall’alto degli incursori. L’idea alla quale lavorano i governi di Italia e Gran Bretagna è di scaricare gli incursori in alto mare e che questi (sicuramente italiani, inglesi e francesi) entrino nei porti, mettano i piedi a terra giusto per il tempo necessario a danneggiare o affondare i barconi per poi tornare sulle navi madre senza dare troppa pubblicità al loro operato.

Le forze armate stanno aspettando che la politica faccia il suo lavoro e dia “le regole di ingaggio e i caveat”, per poi far partire gli addestramenti specifici. Il comando di missione dovrebbe essere a Roma, a Centocelle, e il comandante realisticamente sarà l’ammiraglio di Divisione Enrico Credendino.

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