Ilaria Cucchi replica dopo la diffida: «Preferisco esserne bersaglio io piuttosto che altri»

06/01/2016 di Redazione

Ilaria Cucchi replica dopo la diffida ricevuta dal poliziotto. La sorella di Stefano pubblicò le foto dell’agente coinvolto nell’inchiesta della morte di suo fratello. Un lungo status, dove Ilaria precisa: «Preferisco esserne bersaglio io piuttosto che altri. Quegli insulti e quelle minacce mi feriscono come mi ferirono quelle a suo tempo rivolte agli agenti di polizia penitenziaria».

Condivido appieno quel che dicono oggi i giornalisti Bonini di Repubblica e Cazzullo del Corriere. Gli insulti e le…

Posted by Ilaria Cucchi on Martedì 5 gennaio 2016

Ecco parte della nota:

Condivido appieno quel che dicono oggi i giornalisti Bonini di Repubblica e Cazzullo del Corriere. Gli insulti e le minacce non ci appartengono, anzi ci nuocciono gravemente.
Preferisco esserne bersaglio io piuttosto che altri. Quegli insulti e quelle minacce mi feriscono come mi ferirono quelle a suo tempo rivolte agli agenti di polizia penitenziaria.
Di fronte ad esse i signori indagati di oggi nulla fecero. Rimasero silenti ed apparentemente privi di ogni parvenza di senso di colpa. Oggi sono loro a dolersene.
I processi non vanno fatti sul web ma nelle aule di giustizia. Sono d’accordo senza se e senza ma. Le garanzie di un paese civile e democratico esigono che chi viene accusato di un qualsiasi delitto deve esserne considerato colpevole solo dopo una sentenza passata in giudicato. Giusto. Cominciamo allora dal sig. Stefano Cucchi. Egli è incensurato. Dico INCENSURATO. È stato arrestato ma mai condannato. La Giustizia si è fermata qui. Perché poi sappiamo come è andata. Ho querelato per questo il signor Mandolini perché egli, tenendo a ribadire di essere sottufficiale dei Carabinieri in pieno esercizio delle sue funzioni, si esprime pubblicamente su Facebook definendo il signor Stefano Cucchi come “grande spacciatore” arrivando a sostenere che addirittura spacciava davanti alle scuole. Egli minaccia di dire tutta “la verità” su quanto gli avesse riferito il signor Cucchi sul conto della sua famiglia.

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E ancora:

Il garantismo non può funzionare a corrente alternata. Altrimenti poi i processi si debbono fare sul web. Ma mai con insulti e minacce.
Mai. Mi sono fatta del male come temevo. Ma che strumenti ho, da normale cittadina per tutelare me e la mia famiglia dopo sei anni terribili che avrebbero portato chiunque alla disperazione?
Però vi scongiuro, se volete bene a mio fratello, quella foto per nessun motivo diventi un capro espiatorio. E’ stato fatto tanto male a Stefano ed a noi, non fatecene anche voi, mancando di rispetto a quello che volevo dire.
Confido in tutti voi che mi sostenete e vi ringrazio.

(ANSA MAURIZIO/DEGL’INNOCENTI)

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