Ilaria Capua, l’importanza di un’«informazione puntuale» e le fake news sbufalate

Ilaria Capua è stata vittima di fake news che hanno influenzato la sua vita ma, in tempi di coronavirus, è un’attiva sbufalatrice

02/11/2020 di Redazione

Il nome di Ilaria Capua, direttrice dello One Health Center of Excellence all’Università della Florida, è diventato familiare agli italiani in tempi di pandemia per i collegamenti con i maggiori programmi di informazione nostrani. Tra gli obiettivi di Ilaria Capua c’è sempre stato quello di promuovere una corretta informazione e di sbufalare le fake news che hanno cominciato a diffondersi in tempi di pandemia sia in Italia che in tutto il mondo.

Aspetti che continueranno a essere utili anche per la nuova frontiera della genetica moderna, che sta muovendo i propri passi all’interno del grande ecosistema del gene editing per la salute dell’uomo: un obiettivo che la scienza si è posta e che in un futuro ormai prossimo potrà entrare nei processi che riguardano anche quelle malattie rare, che attualmente facciamo fatica a contrastare e a conoscere addirittura . 

Ma occorre fare un passo indietro. Già a fine febbraio, quando stavamo prendendo consapevolezza del fatto che il Covid fosse sul nostro territorio da più tempo di quanto pensassimo, il suo appello era per i giornalisti: «Due parole speciali per quelli di voi che si occupano di informazione: la mia vita è stata distrutta da fake news Ilaria Capua (legate all’accusa di traffico illegale di virus  poi caduta  n.d.r.) e la mia carriera è stata scossa violentemente da accuse infondate e allarmismi del tutto ingiustificati».

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Ilaria Capua e bufale: l’attenzione per la corretta informazione

Anche per questi suoi appelli continui a una corretta informazione Ilaria Capua sarà tra i relatori di Science for Peace and Health – organizzato da Fondazione Umberto Veronesi – per parlare del punto in cui siamo con il Covid e ribadire ancora una volta quanto le parole di chi fa informazione siano importanti per non diffondere il panico tra la popolazione. Già a inizio pandemia la ricercatrice ha più volte sottolineato l’importanza del lavoro del giornalista: «Voi avete un ruolo molto importante in questa situazione e fare allarmismi che non hanno senso costa: costeranno in termini di vite umane, di blocchi dei servizi e in termini di Pil. Io vi prego, per evitare che l’Italia venga messa in ginocchio da questa crisi sanitaria misurate le parole, informatevi da fonti certe e non esagerate il problema. Piuttosto fate informazione puntuale».

Ilaria Capua e la lotta alle fake news Covid

Il contributo di Ilaria Capua per smentire le fake news Covid è stato continuativo sin da febbraio. Dall’inizio della pandemia la ricercatrice ha sempre smentito quei luoghi comuni e quelle false notizie che hanno iniziato a girare anche insistentemente. All’inizio, nel periodo in cui le persone rifuggivano dai locali cinesi Ilaria Capua ha chiarito che il Covid non si trasmette attraverso il cibo: «Non è una malattia a trasmissione alimentare: si trasmette soltanto attraverso esposizione di secrezioni dovute a starnuti e colpi di tosse. Non ci inventiamo cose che non esistono». Sugli italiani contagiosi che rientravano dalla Cina è stata altrettanto chiara: «Questo è possibile ma è molto improbabile perché la Cina è un paese grandissimo quindi come si fa a dire che sono contagiati? Vengono da una zona infetta: sì, quindi è possibile, ma non è probabile». E sulle mamme che tenevano i bimbi a casa perché in classe c’era un bimbo cinese si tratta solo di «un modo di alimentare incertezza, insicurezza e paura» considerato che, come abbiamo imparato, il virus non fa distinzioni di nessun tipo – tantomeno di razza.

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