Ilaria Alpi, il soccorritore in tribunale: «Quando intervenni era viva, chiedeva aiuto, “per favore”»

06/04/2016 di Redazione

«Quando intervenni era ancora viva e gridava aiuto». È il racconto in aula di tribunale di Mohamed Ali Gadid, un veterinario che intervenne subito dopo l’agguato alla giornalista Rai Ilaria Alpi e all’operatore Miran Hrovatin, uccisi a Mogadiscio il 20 marzo 1994.

ILARIA ALPI, IL SOCCORRITORE: «ERA ANCORA VIVA E GRIDAVA AIUTO»

Ne parla oggi Andrea Palladino sul Fatto Quotidiano:

L’aula della Corte d’appello di Perugia per un attimo sembra sospendere il tempo: “Sono arrivato per primo sul posto, ho visto l’uomo e la donna sulla macchina. Lei era viva, chiedeva aiuto, diceva per favore”. Mohamed Ali Gadid, di professione veterinario, è preciso, senza nessuno dubbio. Quel giorno è rimasto stampato nella sua mente. È la seconda udienza del processo di revisione del caso Alpi. L’inchiesta sull’inchiesta, nata dopo l’ammissione da parte del testimone chiave Ahmed Ali Rage, detto Gelle, di aver mentito. Le bugie che portarono nel 2002 a chiudere momentaneamente il caso, consegnando all’opinione pubblica “un colpevole”, ma non “il colpevole”, si smontano mano a mano che scorrono i testimoni. Hashi Omar Hassan, il somalo condannato a 26 anni, gira nell’aula, ascolta, mentre la storia che lo portò in galera si smonta.

ILARIA ALPI, HASHI OMAR HASSAN: «SEDICI ANNI IN CELLA DA INNOCENTE»

Hashi Omar Hassan, che ha subito 4 processi e ha trascorso 16 anni in cella da innocente, ha rilasciato un’intervista a Daniele Mastrogiacomo per Repubblica in cui racconta la sua terribile esperienza e chiede giustizia. «Mi hanno incastrato perché volevano colpire i veri assassini», dice. E ancora: sono «un po’ frastornato. Ma sono tornato a vivere». hassan vorrebbe chiedere a Gelle chi l’ha pagato per raccontare la sua enorme bugia:

Secondo lei perché avrebbero pagato Gelle?
«Per coprire gli assassini di Ilaria e Miran».
Lei sa chi sono i loro killer?
«No. Magari lo sa chi ha pagato il mio accusatore. È la stessa persona che sa perché sono stati uccisi».
Cosa si diceva in Somalia?
«Tutti dicevano che l’agguato era stato fatto per mettere a tacere due giornalisti che avevano scoperto qualcosa di grosso, di compromettente».
E cosa avrebbero scoperto, secondo lei?
«Non lo so. So che sono morti per il loro lavoro».
In tutti questi anni si sarà fatto un’idea.
«Nel 1994 in Somalia non si ammazzava una donna. Mai. Se l’hanno fatto vuol dire che doveva morire».

(Foto da archivio Ansa)

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