Il summit segreto dei grillini contro Beppe Grillo

Dopo l’articolo di qualche giorno fa, su Libero di oggi Antonio Amorosi ritorna sulla questione dei grillini che vogliono abbandonare il MoVimento 5 Stelle.

«Un sistema come il Movimento 5 Stelle alla lunga non può reggere», è la considerazione di uno dei parlamentari chiave. Il gruppo, la componente «dissidenti-pensanti», ha tenuto il fine settimana, tra il 4 e il 5 gennaio, un summit in una grande città del centronord. Preferiscono tenere segreto il luogo dell’incontro. Ammettono dove si è svolto e i nomi dei partecipanti ma chiedono la massima riservatezza «perché potrebbero tracciare i nostri movimenti e sapere chi siamo», ci avverte un secondo parlamentare. Preoccupazione fondata o meno, la questione sembra per loro dirimente. Come altri esponenti anche questi sembra molto preoccupato di rivelare cosa stia accadendo nel loro mondo ormai diviso tra fedeli alla linea, i cosiddetti «talebani», i democratici «dissidenti- pensanti» e la componente più vistosa, la terza, che viene chiamata dagli stessi grillini «terra di mezzo», cioè gli indecisi.

E volano ancora parole grosse contro Casaleggio:

Un’altra parlamentare ci spiega tutte le difficoltà di presentare disegni di legge che facciano il bene degli italiani indipendentemente dal colore politico: «Noi siamo al servizio dei cittadini. Non di Casaleggio. Ma questo non posso dirlo », ammette a bassa voce. E ci spiega come i vertici del movimento abbiano dato indicazioni di «votare sempre contro » sulle proposte di altri partiti. «La riduzione delle tasse, il problema del cuneo fiscale, una legge per regolamentare il funzionamento dei partiti, il voto di preferenza per decidere i propri parlamentari sono delle chimere se non li votiamo insieme agli altri. Ma non si può fare perché abbiamo indicazioni di non muoverci su questo terreno. La politica è anche mediazione se è per il bene comune» ci conferma un’altra del gruppo.

L’intero articolo è disponibile sul quotidiano in edicola.

(credits immagine ANSA/ ALESSANDRO DI MEO)

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