Il papà di Serena Mollicone: “So chi l’ha uccisa”

27/06/2011 di Redazione

Una svolta nelle indagini sull’omicidio della giovane, uccisa nel 2001. Stavolta, è indagato un maresciallo

I cinque indagati dalla procura di Cassino per la morte di Serena Mollicone, uccisa a 18 anni nel 2001, risvegliano ad Arce la speranza di un futuro senza fantasmi.

I FANTASMI DI ARCE – ‘Mi auguro che si riesca a fare giustizia individuando quanto prima il colpevole del delitto, affinche’ la famiglia di Serena e l’intero paese possano ritrovare la necessaria tranquillita’, dice il sindaco della cittadina del frusinate, Roberto Simonelli. E tornano a galla le voci di sempre, diffuse e quasi inconfessabili. Quelle a cui sembra credere anche Carmine Belli, il carrozziere che venne processato e assolto per l’omicidio di Serena, ma dopo essersi fatto 17 mesi di carcere.’Tutti avevano dei sospetti su di loro, non solo io’, dice Belli, che oggi ha 43 anni e alla domanda su chi conosca dei cinque indica subito l’ex maresciallo Franco Mottola, indagato assieme al figlio e ad un altro militare dell’Arma.

UNA NUOVA PISTA – Una pista presente anche nel dossier consegnato alla magistratura dal criminologo Carmelo Lavorino, che fece parte del pool difensivo di Belli. Belli venne assolto in tutti e tre i gradi di giudizio, l’ultimo nel 2006. Ha chiesto allo Stato 160 mila euro: il diritto al risarcimento gli e’ stato riconosciuto, ma l’importo deve ancora essere determinato, spiega il suo legale, Roberto Migno.’Sono contento se questa cosa si avvia alla fine: la ragazza deve avere giustizia’, si limita a dire oggi il carrozziere, che lavora ancora nell’officina accanto alla casa degli anziani genitori, ad Arce – ‘ma ormai e’ in rovina, faccio qualche lavoretto quando mi chiamano’- e ha una compagna. Domani in un appuntamento con la stampa locale incontrera’ il padre della studentessa uccisa, Guglielmo Mollicone. Il quale considera comunque ‘omertoso’ il comportamento di Belli: non avrebbe mai detto quello che sapeva.

UN PO’ DI LUCE PER IL BABBO DI SERENA – Il padre della giovane Serena, trovata morta a due giorni dalla sua scomparsa, abbandonata in un bosco Anitrella imbavagliata, legata con il fil di ferro e un sacchetto di plastica in testa, non si è dato pace per dieci anni, ma ora con la nuova pista delle indagini dice di vedere “un po’ di luce” nell’orrendo tunnel.’ Ad uccidere Serena – ha dichiarato – sono stati quelli che avrebbero dovuto garantire l’ordine e sicurezza, sono quelli in cui Serena aveva riposto la sua fiducia e proprio a loro si era rivolta per denunciare lo spaccio di droga in paese’. A spacciare, secondo Guglielmo Mollicone, ‘era Marco Mottola, figlio dell’allora maresciallo dei carabinieri Franco Mottola’, oggi entrambi iscritti nel registro degli indagati.

GUGLIELMO: SO CHI HA UCCISO SERENA – E cosi’ leggendo e rileggendo il padre di Serena ha rimesso a posto tutti i tasselli, anche quello del suicidio di Santizzo Tuzzi, brigadiere dei carabinieri e ‘dell’omerta’ dei tanti testimoni’ che videro quella mattina sua figlia, ma alcuni tacquero ed altri cambiarono versione. Quindi Guglielmo Mollicone oggi ribadisce la sua versione. ‘Da qualche tempo Serena – ricorda – voleva andare a denunciare Marco Mottola per spaccio di droga. E quella mattina ando’ in caserma, ma invece di entrare negli uffici fu fatta salire all’ultimo piano, dove si trovava l’appartamento del maresciallo Mottola, come testimonio’ Santino (il carabiniere trovato suicida), il quale lavoro’ fino alle 14 e non la vide scendere. Da allora Serena non e’ stata piu’ vista’.

Share this article