«Il governo israeliano tortura i bambini e li mette in gabbia»

02/01/2014 di Dario Ferri

Il governo israeliano tortura i bambini palestinesi e li tiene per mesi rinchiusi in gabbie all’aperto, anche durante l’inverno. È la denuncia choc del Public Committee Against Torture in Israel (Pcati), organizzazione israeliana indipendente per la difesa dei diritti umani nata nel 1990 e continuamente attiva nel paese nella lotta per il rispetto del diritto internazionale e nella realizzazione di campagne di sensibilizzazione.

IL RAPPORTO – Secondo un rapporto del Pcati bambini sospettati di reati minori in Israele vengono sottoposti ad «ingabbiamento pubblico», a minacce, a violenza sessuale e processi militari senza rappresentanza. Il documento degli attivisti per i diritti umani in particolare riporta di alcune visite compiute dai legali del Public Defender’s Office (Pdo) israeliano in alcuni centri di detenzione. Sul proprio sito web il Dpo ha raccontato che alcuni detenuti hanno raccontato ai funzionari di reclusi trasferiti in gabbie esterne anche in piano inverno, una procedura che, a quanto si apprende, sarebbe durata diversi mesi. Nel suo rapporto il comitato israeliano contro la tortura dunque definisce la pratica emersa come un gravissimo «atto di abuso» e giudica insufficiente l’interessamento al caso del ministro della giustizia Tzipi Livni.

LE ACCUSE – Il documento degli attivisti afferma innanzitutto che la tortura, come descritto nel protocollo di Istanbul, è un mezzo per attaccare il «funzionamento psicologico e sociale delle persone» e che la tortura può influire direttamente o indirettamente su un bambino, ad esempio quando ne è vittime e quando ne è semplice testimone. Poi il Pcati ricorda che «la maggior parte dei detenuti minorenni in Israele vengono accusati del lancio di pietre» e che «nel 74% dei casi essi sono vittima di violenza fisica durante l’arresto, il trasferimento e l’interrogatorio». Gli attivisti, infine, sottolineano che Israele è l’unico paese che giudica sistematicamente i bambini nei tribunali militari.

(Credit Image: © Hassan Jedi/Quds Net News via ZUMA Wire)

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