Il Giappone uccide ancora le balene

I balenieri giapponesi hanno catturato 30 esemplari di balenottera minore «a scopo di studio», impiegando quindi  lo stesso espediente recentemente sbugiardato dalla Corte Internazionale di Giustizia (ICJ), che ha imposto l’alt alla caccia alle balene nell’Artico che il Giappone praticava con questo pretesto.

Il Giappone cambia la caccia alle balene

UNA QUESTIONE DI COMPETENZA – La Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) in marzo ha vietato al Giappone di catturare balene a scopo di studio, espediente che permette di evadere il divieto generale di caccia a questi animali. La sentenza faceva seguito a un ricorso relativo alla pesca in Artico e quindi ora il Giappone fa finta di nulla e procede usando lo stesso espediente altrove, in questo caso nei pressi delle sue coste.

I FURBETTI DI TOKYO – L’ICJ ha condannato il Giappone scrivendo a chiare lettere che il paese abusava dell’eccezione a scopo scientifico per autorizzare i propri balenieri a procedere come se i divieti non esistessero, il numero delle catture e il fato che gli animali finiscano al mercato del pesce di Tokyo non lasciano dubbi.

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UNA QUESTIONE CULTURALE? – Tokyo però continua a far finta di nulla e ad usare l’eccezione dove la sentenza non l’ha vietata, anche se la stessa ha denunciato l’uso di tale espediente come sommamente illegale e chiaramente inteso ad aggirare abusivamente la moratoria sulla caccia alla balena in vigore dal 1986. Il primo ministro Shinzo Abe non ha fatto mistero di voler difendere la pratica vietata e di voler catturare più balene, il consumo delle quali fa parte della cultura giapponese e quindi dev’essere difeso, secondo lui. Il consumo di carne di balena è comunque ormai appannaggio di un ristretto numero di giapponesi e non è una questione di prezzi, il commercio si carne di balena è infatti sussidiato nonostante in teoria le balene non possano essere cacciate per uso alimentare a causa della moratoria, che il Giappone ha sottoscritto a suo tempo.

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