Il giallo della foto “rubata” di Sarah in pigiama

31/01/2012 di Redazione

Si apre durante il processo la “scatola nera” delle comunicazioni via cellulare fra i protagonisti della tragedia di Avetrana

‘Aveva un buon rapporto con me, mi considerava una figura fraterna e paterna, forse soffriva perche’ il padre e il fratello le mancavano perche’ erano fuori per lavoro. Questa era la mia impressione’. Il rapporto pero’ ‘non era confidenziale. Qualche
volta mi abbracciava, poggiava la sua testa sul mio braccio perche’ mi considerava un fratello maggiore ed era bisognosa di affetto’.

TESTIMONE –
Cosi’ Ivano Russo ha raccontato il suo rapporto con Sarah Scazzi, durante la deposizione-fiume in qualita di testimone al processo per l’omicidio della 15enne Sarah Scazzi uccisa il 26 agosto del 2010 ad Avetrana. La deposizione, davanti alla Corte di Assise del Tribunale di Taranto, e’ iniziata alle 10 di stamane ed e’ stata interrotta mezz’ora fa per una seconda pausa, dopo una prima, piu’ breve, in apertura. Imputate principali sono Sabrina Misseri e la madre di quest’ultima Cosima Serrano, entrambe detenute con le accuse di concorso in omicidio volontario, sequestro di persona e soppressione di cadavere. Le due donne assistono all’udienza sedute nei banchi vicino ai rispettivi avvocati. In aula ci sono anche il padre di Sabrina Michele Misseri e il nipote di quest’ultimo Cosimo Cosma.

LE FOTO – Ivano non sapeva dell’ esistenza di una foto di Sarah in pigiama scattata con il cellulare del giovane, che risultava cancellata ed e’ stata recuperata da un consulente della Procura. Lo ha detto lo stesso giovane durante la testimonianza dinanzi alla Corte di assise al processo per l’omicidio di Sarah Scazzi. ‘Sarah ha in mano il mio cellulare – ha aggiunto Ivano al quale e’ stata mostrata la foto – mi sembra nello studio di Sabrina. Qualche volta davo il mio cellulare a Sarah. Mi pare sia un autoscatto’. Il pm Buccoliero ha contestato a Ivano che, secondo il consulente, la foto e’ stata scattata con il cellulare del giovane, e quindi Sarah avrebbe in mano un altro telefonino. ‘Non ricordo se c’ero anch’io – ha aggiunto – probabilmente era uno dei giorni in cui Sarah andava a dormire a casa di Sabrina, visto l’abbigliamento’. Rispondendo ad una domanda del pm Buccoliero, Ivano ha riferito che Sabrina gli diceva di essere stressata dal lavoro, non dalla presenza di Sarah, come invece risulta dal contenuto di un messaggio inviato da Sabrina allo stesso Ivano il 26 aprile 2010.

QUEI MESSAGGI HOT – Il ragazzo, presunto movente del delitto, in quanto Sabrina sarebbe stata gelosa delle attenzioni di quest’ultimo verso Sarah, si e’ soffermato anche su quanto dichiarato nelle prime fasi delle indagini da lui e da sua madre quando erano emerse delle cotnraddizioni tra le due versioni circa quel pomeriggio. La donna aveva riferito agli inquirenti che mentre lui dormiva al piano superiore dell’abitazonie il suo cellulare aveva squillato in cucina. Tuttavia, lui aveva detto di aver dimenticato il telefono dalla sera precedente acceso sul cruscotto della sua auto chiusa in garage. Al processo per l’omicidio di Sarah Scazzi, la Corte di assise ha acquisito alcuni tabulati e un sms cancellati e recuperati da un consulente della Procura dal cellulare del teste Ivano Russo. Il messaggio, inviato a Sabrina fa riferimento ad attivita’ sessuale femminile. ‘Non lo ricordo – ha detto Ivano – e neanche a chi mi riferivo’.

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