Il giallo della foto del Messaggero su Aldo Moro e l’intercettazione inquietante: «Deve sparire»

22/01/2016 di Redazione

Vi avevamo parlato ieri di una foto de Il Messaggero che accendeva una nuova luce nel caso della morte di Aldo Moro. In quella foto infatti si vedeva Antonio Nirta, detto “Toni due nasi” per la sua capacità di fiutare i guai da evitare, morto lo scorso anno incensurato. Cosa ci faceva quell’uomo, doppiogiochista dei servizi segreti, sulla scena del rapimento di Aldo Moro?

LA FOTO DEL MESSAGGERO E IL GIALLO DELLA TELEFONATA

Oggi il Messaggero torna sulla faccenda raccontando alcuni retroscena

Ma chi aveva paura di quella foto che ora avvalora le parole del pentito Saverio Morabito («Nirta partecipa al rapimento Moro»)? A 37 anni dalla più politica delle esecuzioni brigatiste, tocca alla commissione d’inchiesta presieduta da Giuseppe Fioroni chiarire il dubbio. E oltre alla comparazione tra l’uomo nella foto e la faccia di Nirta, ora grazie all’immagine s’incastrano una serie di tasselli di un nuovo quadro della vicenda Moro. A cominciare da un’intercettazione a pochi giorni dal rapimento. L’apparecchio è quello di Sereno Freato, uomo della Dc vicinissimo a Moro, dall’altra parte del filo c’è Benito Cazora, incaricato dalla DC di tenere i rapporti con la malavita calabrese per avere notizie sulla prigione di Moro.

Cazora: Mi servono le foto del 16, del 16 Marzo.
Freato:
Quelle del posto, lì?
Cazora:
Si, perchè loro…perché uno stia proprio lì, mi è stato comunicato da giù.
Freato
: E’ che non ci sono… ah, le foto di quelli, dei nove.
Cazora
: No, no! Dalla Calabria mi hanno telefonato per avvertire che in una foto preso sul posto quella mattina lì, si individua un personaggio… noto a loro.
Freato
: Capito. E’ un po’ un problema adesso.
Cazora
: Per questo ieri sera ti avevo telefonato. Come si può fare?
Freato
: Bisogna richiedere un momento, sentire.
Cazora
: Dire al ministro.
Freato
: Saran tante!

Ora toccherà alla magistratura indagare anche su questo particolare. Che inserito nel tassello dell’epoca diventa inquietante pensando che è sparito

tutto un rullino impresso il giorno della strage dalla macchina fotografica di Gherardo Nucci, dal quale si salva solo l’immagine del Messaggero. Un rullino consegnato dalla moglie di Nucci prima all’Asca, agenzia vicina alla Dc, e tre giorni dopo a chi investigava sul rapimento Moro. E che, misteriosamente, smarrì tutto. Ascoltando inconsapevolmente un’invocazione telefonica.

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