L’addio tra Ferruccio de Bortoli e il Corriere della Sera

Questa volta il “divorzio” in via Solferino sembra ormai vicino. Gli ultimi attriti tra il management del gruppo Rcs e Ferruccio de Bortoli dovrebbero portare al cambio già più volte ventilato alla direzione del Corriere della Sera, dopo cinque anni. Pesa la crescente tensione nei rapporti tra il giornalista e l’amministratore delegato di Rcs Pietro Scott Jovane , vicino all’azionista di riferimento (col 20,5%) Fiat e con la fiducia di John Elkann. Nella corsa alla sostituzione, in vantaggio sembra Mario Calabresi, direttore della Stampa, rispetto a Giulio Anselmi (il presidente dell’Ansa oltre che della Federazione degli editori (Fieg), che oggi ha incassato la “sponsorizzazione” di Vittorio Feltri, sul Giornale). Ma si è parlato anche di un possibile tandem, con lo stesso Anselmi alla carica di direttore editoriale. Anche se nelle ultime ore l’ipotesi sembrerebbe essere tramontata.

Ferruccio De Bortoli Corriere della Sera Mario Calabresi
Il direttore della Stampa Mario Calabresi in corsa per sostituire Ferruccio De Bortoli al Corriere della Sera

FERRUCCIO DE BORTOLI VERSO L’ADDIO AL CORRIERE DELLA SERA – Non è la prima volta che de Bortoli si trova vicino all’addio, alla luce dei contrasti con i vertici di Rcs. Se l’ad Scott Jovane spinge sul piano di ristrutturazione che dovrebbe garantire 92 milioni di risparmi per ripianare i debiti della vecchia gestione, negli ultimi mesi il direttore del Corsera aveva contestato più di una volta le decisioni del management. Più volte de Bortoli ha rivendicato come il quotidiano abbia risultati e conti positivi, contrario al fatto che sia il giornale a dover pagare per i problemi interni e gli indebitamenti di Rcs. Tanto da aver già minacciato anche di lasciare, qualora fosse stata portata a termine l’operazione di vendita della storica sede di Via Solferino del quotidiano milanese. Se il trasloco era stato evitato, la nuova rottura tra il direttore e il gruppo si è avuta con la volontà di Jovane di prevedere un piano di incentivi ai top manager di Rcs che fossero riusciti a portare a termine il piano di tagli. Una misura considerata inaccettabile da de Bortoli, considerata anche la crisi dell’azienda. Ma non solo. Più volte il direttore ha espresso perplessità sulla gestione, fino all’accelerazione sull’addio che ci sarebbe stato nelle ultime ore.  Da diversi giorni ormai la redazione del giornale è in stato di allerta. Le voci sul cambio imminente continuano a rimbalzare. C’è chi considera già una certezza l’uscita di de Bortoli, che dovrebbe avvenire al massimo nei prossimi giorni. Sulla nomina del direttore competente resta il cda di Rcs.  Ieri pomeriggio si sarebbe dovuto tenere un consiglio di amministrazione del gruppo, ma l’azienda ha smentito. Gli azionisti hanno per ora allontanato le voci sul cambio imminente di poltrona al Corsera. E lo stesso editore, in modo informale, ha spiegato di rinnovare la fiducia: come ha spiegato il Fatto, una voce interna al gruppo ha bollato come “inesatte” le indiscrezioni sull’uscita del direttore. In realtà, le tensioni non sono diminuite, anzi. Ma de Bortoli non avrebbe alcuna intenzione di dimettersi: «Mi caccino loro», avrebbe confidati ai suoi collaboratori più vicini. Lo stesso Vittorio Feltri, che sul Giornale ha riportato la vicenda, caldeggiando Anselmi come possibile sostituto, ha spiegato:

«Ferruccio de Bortoli, non ne può più di stare seduto sulla poltrona numero uno e cerca in ogni modo di farsi buttare giù,ma non gratis.Ha ragione. Al suo posto farei lo stesso. E direi: vi sto sullo stomaco? Arrangiatevi. Mi licenziate,mi pagate, anzi, strapagate, e io tolgo il disturbo senza fiatare.Se aspettate che mi dimetta di mia sponte, senza l’incentivo del grano, andate a farvi benedire. Oddio,Ferruccio non è il tipo da parlare così schiettamente, ma la sostanza del suo comportamento non muterà: egli vuole la «liquida», che è l’unica armadi difesa e di offesa»

LA CORSA PER LA SUCCESSIONE – Se in redazione c’è ormai il clima di smobilitazione, resta anche il problema del piano, che prevede anche il licenziamento di quindici persone (che si occupano della realizzazione dei video per Corriere.it). Mentre prosegue la disputa tra il gruppo e il direttore, è già partita la corsa per la successione di de Bortoli, con in testa Mario Calabresi, ora alla guida della Stampa (del gruppo Fiat). Il direttore del quotidiano piemontese viene considerato in vantaggio su Giulio Anselmi e , secondo quanto riportato da Italia Oggi, potrebbe cedere la sua poltrona al vicedirettore Massimo Gramellini. Con Calabresi al Corriere della Sera, il posto di vice-direttore toccherebbe ad Aldo Cazzullo. Calabresi gode della stima di John Elkann, «malgrado il quotidiano torinese non abbia registrato un esplosivo aumento di copie vendute, anzi», ha sottolineato Vittorio Feltri sul Giornale. Secondo quanto riportano alcuni media, anche la poltrona di Daniele Manca, vicedirettore responsabile dell’area digitale, potrebbe saltare.

NUOVO CORSO RENZIANO? – Comunque vada la corsa alla successione, secondo Alberto Di Majo, de “Il Tempo”, il nuovo corso porterà a via Solferino una «ventata di renzismo». Il motivo? Tutto è legato agli ottimi rapporti di Calabresi e di Cazzullo con il premier. «Quest’ultimo, secondo le indiscrezioni, pubblicherà prima dell’estate un libro-intervista a Renzi. De Bortoli, invece, è stato «condannato» proprio da uno dei sostenitori dell’ex sindaco di Firenze, Diego Della Valle», ha spiegato il giornalista nel suo blog. Di Majo ha anche riportato come, visto quanto sta accadendo al Corsera, Matteo Renzi avrebbe proposto una candidatura alle Europee a de Bortoli, incassando però il no dell’attuale direttore del quotidiano milanese.

 

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