Il Diclofenac fa male al cuore?

Il FANS utilizzato come anti-infiammatorio e analgesico sotto accusa


Un nuovo studio correla l’assunzione del Diclofenac all’aumento del rischio di infarto o ictus. Il principio attivo viene utilizzato in farmaci per l’artrite, il mal di schiena, la gotta, l’emicrania e l’influenza.

UN RISCHIO SOSTENUTO – I pazienti in cura con Diclofenac hanno il 40% di rischi in più di avere problemi di cuore con gravi conseguenze: la scoperta è stata pubblicata in un report dalla Plos Medicine. L’omonima molecola è presente nei più comuni anti-infiammatori non steroidei: si stima che ne siano stati prescritti 17mila solo nel 2010, ma alcune delle formulazioni vengono vendute senza ricetta medica. La Hull York Medical School in Inghilterra e l’Institute for Clinical Evaluative Sciences di Toronto, Canada, hanno messo insieme 51 studi che prendono in considerazione gli effetti di questo tipo di farmaci, indicati più semplicemente con la sigla NSAID. La responsabile della ricerca, la dottoressa Patricia McGettigan, ha spiegato: “I NSAID offrono sollievo dal dolore a milioni di pazienti con disturbi infiammatori cronici. Il rischio cardiovascolare viene chiaramente descritto, ma spesso trascurato. Nella scelta tra i tanti farmaci simili disponibili da utilizzare, sia i pazienti che i medici trarrebbero beneficio da un bilancio tra gli aspetti positivi e i rischi per il singolo individuo“.

PER ESSERE PRECISI – La McGettigan continua: “Ad esempio il Diclofenac, il NSAID più comunemente prescritto in Inghilterra nel 2010, è stato associato con un aumento di rischi cardiovascolari del 40% (rispetto al non utilizzo). In dosi massicce, l’incremento del rischio raddoppia. Una alternativa, il naprossene, prescritto la metà delle volte, non è stata associata ad alcun rischio crescente in alcuna dose. Per la prima volta abbiamo abbastanza dati per fare un confronto tra NSAID per determinale quale sia più rischioso e quale invece sia relativamente sicuro. Per esempio, un paziente che ha già avuto problemi di cuore, pressione sanguigna alta e diabete, di base corre già un rischio di avere un infarto del 5%, l’utilizzo del diclofenac lo aumenterebbe del 40%, con un rischio annuale superiore al 7%. In altre parole, uno su 50 di questi pazienti potrebbe soffrire di un attacco di cuore evitabile. Si tratta di un’informazione importante per poter scegliere, soprattutto se esiste un’alternativa sicura. Al contrario, una giovane donna in salute ha un rischio annuale di attacchi di cuore inferiore all’0.1% e, con l’utilizzo comune di NSAID, avrebbe un incremento non significativo di pericoli a livello cardiovascolare“. Il Diclofenac è il principio attivo attualmente utilizzato per farmaci come Voltaren, Dicloreum, Algosenac, Deflamat, Diclocular, Diclofan, Dicloftil, Diclotears, Dropflam, Fenadol, Fender, Flogofenac, Forgenac, Lisiflen, Pennsaid, Solaraze e Voltfast.

UN ESEMPIO DEL PASSATO – Un caso simile, ma ben più grave, è stato quello del Vioxx, un NSAID pensato per combattere il dolore (soprattutto legato alle artriti), che pare aver causato 27.000 morti per complicazioni cardiovascolari per essere poi ritirato nel 2004 dalla casa farmaceutica produttrice. Il medicinale è stato pubblicizzato in modo aggressivo come alternativa più leggera (soprattutto per lo stomaco) ad altre soluzioni sul mercato.

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