Il cellulare fa male?

Ieri è andato in onda nel programma “Le iene” un servizio sui possibili danni legati all’uso del cellulare. Ecco cosa ha scoperto il programma di Italia 1.

È SICURO? – Ormai tutti possiedono un cellulare ma i pareri sulle conseguenze dell’utilizzo non sono molto chiari, Matteo Viviani è partito alla ricerca di spiegazioni plausibili e inizia il servizio chiedendo al pubblico: “Vi è mai capitato di avvertire un senso di fastidio dopo una conversazione di più di trenta minuti? Il cellulare è una piccola antenna che emette e riceve onde elettromagnetiche. Si chiamano onde elettromagnetiche non ionizzanti”.

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L’INDAGINE – A differenza delle ionizzanti, quelle della bomba atomica ritenute ‘letali’, quelle emesse dal telefonino lasciano ancora molto dubbi. Morando Soffritti, direttore scientifico del Ramazzini, un istituto che studia la ricerca sul cancro, spiega  che chi usa il cellulare pensa al massimo al livello della temperatura “a livello della testa” e quindi l’utente non pensa alle conseguenze del futuro ovvero quelle che potrebbero esserci tra venti o trent’anni. La discussione è aperta e la battaglia è tra chi li ritiene innocui e chi è spaventato dagli effetti futuri. Viene citato, infatti, il parere di Umberto Veronesi che dichiara: “Possono dare un lieve aumento della temperatura ma senza effetti importanti” e sul sospetto della comparsa di tumori commenta con leggerezza: “Sì, ma lo dicono da quindici anni”. Ecco, allora spuntare la testimonianza di Innocente Marcolini, un ex-manager che ha qualcosa da raccontare sul tumore che gli è venuto.

LA TESTIMONIANZA – Marcolini spiega che per lavoro utilizzava molto il telefono senza fili, il cordless rispetto al fisso e il cellulare. In seguito a una risonanza magnetica per un formicolio al viso, scopre di avere un tumore benigno al trigemino causato forse dall’utilizzo del telefono. L’ex manager ha passato cinque ore al giorno per undici anni, fino al mattino in cui ha sentito la guancia quasi anestetizzata. Il racconto del neurinoma al trigemino, commuove l’uomo che ha avuto paura di morire e di lasciare i suoi figli ma ha lottato per “risolvere il problema” e ha subito l’asportazione ma da quel giorno l’uomo ha sentito dei dolori fortissimi fino a prendere la morfina. I fastidi continuavano e Marcolini ha effettuato una ricerca sui dubbi da utilizzo del cellulare e il neurologo ha ipotizzato che il tumore potrebbe essere stato causato dalle onde elettromagnetiche del cellulare. Marcolini tenta una causa affinché gli venga riconosciuta la “malattia professionale“, tesi che viene accolta e ufficialmente l’utilizzo del cellulare viene ritenuto concausa del tumore.

IL TEST – L’inviato porta in studio una termocamera per analizzare la temperatura corporea mentre si utilizza il cellulare per almeno trenta minuti. Gli effetti termici delle onde elettromagnetiche si notano già dopo cinque minuti di conversazione e la zona del viso a contatto con il telefono si surriscalda subito. Dopo dieci minuti la differenza si nota ancora di più, grazie anche alle immagini con cui viene spiegato l’effetto del riscaldamento. Dopo venti minuti la situazione si fa preoccupante, confrontando l’area su cui è stato poggiato il telefono con l’altra guancia: si è surriscaldata non solo l’area specifica ma anche il resto del viso. Livio Giuliani, ex dirigente ISPESL, studia le radiazioni elettromagnetiche da 37 anni e spiega che il calcio tende a muoversi durante una chiamata. Paolo Maria Rossini, del Gemelli di Roma, ha condotto personalmente un centinaio di esperimenti spiega che la metà del cervello coinvolta dal cellulare diventa più eccitabile del 37% soprattutto negli adolescenti. Ad esempio, le onde si propagano nel cranio in base all’età e se in un adulto non arrivano neppure alla metà, in un bambino di cinque anni arrivano anche oltre. “Più una persona è giovane, più il suo cervello è influenzabile alle onde elettromagnetiche”, questo è il risultato dei ricercatori citati ma la teoria è in contrasto con la più grande ricerca effettuata sul campo ovvero “La  Ricerca Interphone” che ha coinvolto 13 paesi, 13 mila persone per un costo di 19 milioni di euro e il risultato è: “che non lo sanno”, spiega l’inviato. “Non si può escludere che faccia male ma nemmeno il contrario”, il dubbio è dato dal fatto che il finanziamento è arrivato anche dalle compagnie telefoniche.

IL DUBBIO – In risposta alla Ricerca Interphone, è arrivato il 31 maggio 2011 un documento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che rivela “Basandosi sull’aumento del rischio di un particolare tipo di cancro maligno al cervello” ha classificato le onde del telefonino come possibile “carcinogeni” sugli esseri umani. In seguito a questa dichiarazione, sui manuali dei cellulari sono comparsi delle avvertimenti come la distanza da mantenere dal corpo da un minimo di 1, 5 centimetri dal corpo. Alfio Turci che studia i campi elettromagnetici cerca di spiegare la distanza che si deve tenere dai cellulari ma dipende dal telefonino e dall’operatore telefonico e la scoperta rivela che telefonare dalla macchina fa ancora peggio a causa della struttura metallica: in movimento, il telefono cerca l’antenna a cui agganciarsi e questo peggiora la situazione. Allontanare il telefono dall’orecchio non serve quasi a niente, insomma per salvarsi dalle radiazioni conviene utilizzare o il vivavoce o l’auricolare ma la legge che dice? Livio Giuliani sottolinea che non c’è una regolamentazione e l’Istituto Superiore della Sanità, che dovrebbe occuparsene, “non si pronuncia a riguardo”. Veronesi, dopo i nuovi risultati dice “che non si vuole esprimere”. Soffritti, a conclusione del servizio, annuncia nuovi test in corso.

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