Le Iene e le incertezze sull’antidoping

29/05/2017 di Redazione

È possibile assumere sostante dopanti, quindi migliorare le proprie prestazioni fisiche truccando competizioni sportive, e nel tempo stesso farla franca ai controlli. Nonostante il passaporto biologico (fiore all’occhiello dell’antidoping mondiale) e altre regole in vigore per gli atleti professionisti. È quanto sostiene oggi Pierre Sallet, un medico, fisiologo ed atleta francese, che su alcuni sportivi ha condotto un particolare esperimento scientifico. Ne parla un servizio de Le Iene in onda nel corso della puntata di ieri realizzato da Alessandro De Giuseppe.

LE IENE E LE INCERTEZZE SULL’ANTIDOPING

Sallet ha sottoposto otto atleti professionisti per un mese a doping, ne ha misurato le prestazioni e ha verificato se potessero essere scoperto in un controllo. «L’obiettivo di questa esperienza – ha detto alle Iene – è di testare i metodi della lotta anti-doping. L’idea è di misurare prima le prestazioni senza doping, dopodiché gli facciamo assumere doping e poi rifacciamo i test. Nel frattempo facciamo dei prelievi di sangue e urine per il passaporto biologico, in modo da rilevare l’assunzione del doping». L’esperimento comincia testando le capacità atletiche naturali degli sportivi, spingendoli al loro massimo. Poi continua con l’assunzione di sostanze. E si conclude con i risultati dei nuovi test eseguiti nelle stesse condizioni ambientali. Le sostanze proibite somministrate sono sostanzialmente tre: l’epo, che aumenta artificialmente la resistenza, l’ormone della crescita, che serve ad aumentare la forza, e corticoidi, che riducono o eliminano la sensazione di dolore. Agli atleti vengono somministrate microdosi di sostanze, per migliorare le prestazioni riducendo al minimo la rintracciabilità nel sangue e nelle urine.

 

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Ebbene, con i suoi test il medico ha verificato che trovare una sostanza assunta in piccole dosi è molto complicato. «Lo sportivo esperto – ha detto ancora Sallet – usa le microdosi, e la cosa complicata è che poco dopo non è rilevabile. Il momento in cui si fanno i controlli è estremamente importante. Il doping è una scienza molto precisa. Possiamo dire che l’epo sparisce sei ore dopo l’assunzione. Se me lo inietto a mezzogiorno alle sei del pomeriggio non mi trovano nulla».

Il servizio delle Iene mostra anche il grafico dei valori nel sangue di uno degli atleti che si sono sottoposti all’esperimento, che secondo i parametri del passaporto biologico risulterebbe pulito. «Abbiamo fatto 9 prelievi di sangue in 45 giorni, normalmente per il passaporto biologico se ne fanno 6 in un anno è già tanto. E siamo comunque riusciti ad eludere il passaporto biologico», ha spiegato ancora Sallet. «Se si vogliono far veramente le cose, i mezzi ci sono: se oggi mi dai dieci atleti che tu dopi come vuoi e mi permetti di fare i test che voglio e di chiedere le informazioni che mi servono in tre mesi ti so dire chi si dopa e chi no. Per me oggi è una questione giuridico-politica, non è una questione sportiva».

Il medico ha anche provato a contattare l’agenzia mondiale antidoping per mostrargli suoi risultati. «Quello che infastidisce è che i nostri dati sono a disposizione di tutti, perché nessuno li considera? Oggi vedo in tv campioni olimpici e anche se non ho i loro dossier sono che sono dopati. È evidente per parecchi motivi. Ci sono problemi giuridici che rendono i prelievi molto difficili, molto costosi, la catena di analisi è molto confusa e facilmente aggirabile da chi conosce il sistema».

(Immagine da video de: Le Iene / Italiauno / Le Iene)

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