I senzatetto sfruttati in Giappone

31/12/2013 di Valentina Spotti

Assunti al di sotto del salario minimo per ripulire l’area contaminata attorno alla centrale di Fukushima. Reuters svela la mossa di alcuni membri della malavita organizzata giapponese, che avrebbero reclutato i senza fissa dimora del paese per impiegarli attorno all’impianto danneggiato dal terremoto del 2011, dal quale ancora continua a fuoriuscire materiale radioattivo.

Centrale nucleare di Fukushima

 

LE INFILTRAZIONI DELLA YAKUZA – A citare il report di Reuters sono Salon e l’Huffington Post: tutto sarebbe cominciato a venire a galla nel corso degli ultimi 12 mesi, quando la polizia giapponese ha fatto scattare le manette per alcuni esponenti della malavita locale, arrestati con l’accusa di essersi infiltrati nella Obayashi Corp – il gigante dell’edilizia nipponica che detiene l’appalto del governo per decontaminare l’area della centrale di Fukushima – piazzando dei propri subappaltatori in grado di fornire operai reclutati tra i senzatetto del paese e retribuiti con il salario minimo. Lo scorso ottobre, rivela ancora Reuters, alcune persone senza fissa dimora sarebbero state avvicinate nella zona della stazione ferroviaria di Sendai, e spedite a bonificare il suolo radioattivo nella città di Fukushima per una cifra al di sotto del salario minimo.

MERCATO NERO DI MANODOPERA – La Obayashi, una delle aziende che fanno parte della cordata di società che ricevono i fondi da Tokyo per contenere l’emergenza a Fukushima, non è attualmente accusata di alcun illecito. Tuttavia, l’arresto di alcuni dei membri dei tre clan più potenti della Yakuza, ha dimostrato come la mafia giapponese si sia da tempo infiltrata tra gli appaltatori, mettendo in piedi un mercato nero di manodopera a bassissimo costo che lavora in una delle aree più pericolose del pianeta.

I SENZATETTO, UN OBIETTIVO FACILE – Shizuya Nishiyama, 57 anni, è stato uno dei primi senzatetto ad essere reclutato dai subappaltatori della Yakuza. È stato avvicinato da un uomo nei pressi della stazione di Sendai, che gli ha offerto 90 dollari al giorno per pulire i detriti dello tsunami del 2011. Ma, di questi 90 dollari al giorno, 50 li doveva sborsare per pagarsi vitto e alloggio e veniva pagato soltanto per i giorni di lavoro effettivo, mentre quei 50 dollari avrebbe dovuto sborsarli di tasca sua ogni giorno. Così ha rinunciato ed è tornato a vivere sulla strada. «Siamo un obiettivo facile – ha spiegato l’uomo – Giriamo sempre qui intorno con tutte le nostre borse. Vengono qui e ci chiedono cosa abbiamo da guardare. E ci offrono un lavoro».

(Credit Image: © Gill Tudor/Planet Pix via ZUMA Wire)

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