Ecco i trucchi per riconoscere le bufale online

Il fenomeno delle bufale in rete è dilagante, ma bastano poche attenzioni per schivarne la maggior parte con poca fatica.

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RICONOSCERE LE BUFALE A OCCHIO –

Generalmente buona parte delle bufale sono riconoscibili a prima vista per gli espedienti retorici e per gli stilemi presenti in questo genere di messaggio. L’abbondanza di punti esclamativi e l’uso del maiuscolo sono sicure spie di qualcosa che non va e altrettanto lo sono espressioni che richiamo a presunte censure e invitano a «far girare» la presunta notizia. Se «È un segreto» o «nessuno ne parla», qualche motivo c’è e raramente è rappresentato dalla presunta pericolosità della notizia per la classe dominante o per «il potere», quale che sia.

L’IMPORTANZA DELLE FONTI –

Altro indizio rivelatore è l’assenza di fonti citate nei messaggi, ci sono moltissime notizie censurate, nel senso che circolano a fatica o sono ignorate dai media mainstream, ma difficilmente ci sono notizie mai riportate da qualche fonte professionale e «scoperte» da chi poi si preoccupa di diffondere «segreti». Chi ha interesse a diffondere rivelazioni reali, di solito si premura di rafforzare il suo messaggio offrendo le sue fonti all’analisi dei lettori, chi non ne ha, o ne ha avuto notizia da fonti impresentabili, non può farlo.

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GLI STRUMENTI PER SCOPRIRE I TRUCCHI –

Ci son poi alcuni strumenti di facile impiego che chiunque può utilizzare per verificare in proprio, a cominciare da Google, utile sia per cercare altre fonti, che per controllare che le immagini veicolate siano genuine. Lo stesso si può fare su YouTube per verificare che un video non sia stato scaricato, ricontestualizzato e riproposto da qualche furbetto. Per alcune immagini può essere utile uno strumento come Jeffrey’s Exif Viewer, che permette di leggere i metadati che accompagnano le foto al fine di stabilirne l’età, se non il luogo nel quale è stata scattata. A questo fine sono utili anche strumenti come Google Earth o Wikimapia, che permettono di perlustrare una località in cerca di riscontri, ma anche Wolfram Alpha che permette di risalire al meteo di ogni località in ogni momento del passato, e quindi confrontare il cielo e la luce di video e fotografie con quelli che ci dovrebbero essere. FotoForensics è invece lo strumento che permette di sapere con facilità se una immagine è stata lavorata con Photoshop o un altro programma di editing. Difficile, se non impossibile, che una bufala possa sopravvivere a questo genere di elementari controlli, il che riporta all’inizio del discorso e a chiedersi perché qualcuno produca disinformazione e sciocchezze destinate comunque a essere scoperte e sbugiardate, ma questa è una domanda alla quale solo ogni singolo produttore di bufale può dare la sua personalissima risposta.

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