I calciatori più forti del mondo

Il calcio è un grande rito che devi rispettar. Una frase che vale da sola la passione per il gioco più bello del mondo, passione che non colpisce naturalmente i soli italiani ma tutti gli appassionati nel mondo.

CHE CAMPIONI – Tra questi non si può dimenticare l’Inghilterra, ovvero il paese dov’è nato il football. Il Guardian approfitta della fine del 2012 per stilare una classifica dei 100 giocatori più forti in attività dell’ultimo anno.  A stabilire tale classifica sono stati 11 esperti i quali hanno avuto il compito di elencare i trenta migliori giocatori secondo il loro gusto. Successivamente è stato dato un puntaggio in base alla posizione in classifica così da arrivare ai fatidici 100. Il Guardian ha però pubblicato solo il primo scaglione di classifica che va dalla posizione 100 alla 41. Scopriamo chi sono i fortunati in attesa di sapere, il prossimo 23 dicembre, chi si è qualificato dalla 40 alla 11.

MAREK HAMSIK – Il venticinquenne centrocampista slovacco del Napoli 97 non è un playmaker propriamente detto. Diciamo che gioca dietro le punte mostrando a fondo la sua forza esplosiva e la sua tenacia. I polmoni fanno il resto, visto la capacità di rientrare spesso in difesa per aiutare la squadra. Ultimamente svogliato -aggiungiamo noi- resta comunque uno dei punti di forza del Napoli.

 

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WESLEY SNEIJDER – Il centrocampista olandese dell’Inter non sta vivendo un buon momento. Da uomo in più della gestione Mourinho è diventato improvvisamente un problema per via della questione contrattuale che lo vede opposto alla società. Stramaccioni non lo fa giocare ufficialmente per scelta tecnica ma la base sta nel decurtamento dello stipendio annuale da 6 a 4 milioni. Eppure le sue punizioni e la sua intelligente visione di gioco sarebbero preziose per chiunque. E c’è chi dice che a gennaio attraverserà il Naviglio per andare al Milan.

LEONARDO BONUCCI – Qualcuno forse riderà, ma il pacchetto difensivo della Juventus risulta ad oggi essere uno dei migliori d’Europa anche grazie a lui. Il merito è stato sopratutto della stagione monstre passata a Bari che gli ha aperto le porte del Mondiale sudafricano e poi della Vecchia Signora. La finale di Euro 2012? La ciliegina sulla torta.

KWADWO ASAMOAH – Il ghanese ex Udinese rappresenta il prototipo del giocatore moderno. Veloce, potente, versatile, umile, lavoratore, dalla vita esemplare. Al Friuli si ricordano benissimo di lui ed allo Juventus Stadium è diventato un idolo in poche partite. I suoi polmoni e la sua precisione stanno facendo la differenza.

JOHN TERRY – Nonostante il passare degli anni il capitano del Chelsea si distingue ancora per classe ed eleganza. La sua sola presenza è d’ispirazione per i compagni. Il suo talento e la sua autorità parlano per lui, così come il timore che incute negli avversari.

EZEQUIEL LAVEZZI – Alzi la mano chi non sente la mancanza del Pocho. Il clone di Ferenc Puskas è l’esempio perfetto di ciò che manca nel calcio di oggi, un attaccante esterno che sa accentrarsi e che segna e fa segnare. Ha illuminato da solo le notti di Champions del Napoli ed al San Paolo manca non vederlo in campo. Oggi la sua casa e Parigi ed anche qui riesce a far sognare.

HERNANES – Al brasiliano 27enne centrocampista della Lazio manca solo una partita in Champions League. Quando accadrà verrà finalmente riconosciuto per quello che è, ovvero uno dei migliori giocatori del mondo, anche se fuori dall’Italia non se lo fila nessuno. Creatività, talento, visione di gioco, ha fatto vedere le migliori cose in coppia con Miroslav Klose. Recentemente il neo tecnico del Brasile Luis Scolari ha dichiarato di seguirlo con attenzione. Più di così?

MARIO BALOTELLI – Un altro Antonio Cassano? Probabilmente si. Un talento cristallino rovinato da atteggiamenti sopra le righe. Devastante in campo, disperazione della sua società e del suo tecnico fuori -ed anche dentro- il terreno di gioco. E dire che a 22 anni ha già vinto Premier League, Fa Cup, lo scudetto e la Champions. Eppure come confermano le ultime cronache rischia di essere messo ai margini del Manchester City. Perché?

ARTURO VIDAL – Se Pirlo al Milan aveva Gattuso qui ha trovato il centrocampista cileno. Le differenze con Ringhio? Vidal ha piede e sopratutto ha passo. Riesce a fare gioco ed arriva spesso alla conclusione. Prezioso.

SAMUEL ETO’O – E chi l’avrebbe detto che nonostante la pensione russa l’attaccante camerunese fa ancora parte dell’elite calcistica mondiale? Eh si, nonostante l’Anzhi ed i 20 milioni di dollari a stagione Samuel riesce a dare ancora perle di calcio confermandosi l’attaccante straordinario che ha stregato Barcellona ed Inter.

STEPHAN EL SHAARAWY – Il faraone. Capocannoniere di Serie A alla prima stagione da titolare (nonostante un inizio in panchina). Basta solo questo per far capire di che pasta è fatto uno dei talenti più cristallini del nostro calcio. Unico vezzo? La cresta. Per il resto una testa ed una serietà che sembrano di un campione maturo. Il Milan rinascerà su di lui, il quale sembra pronto e convinto del compito richiestogli. Ah, Ibra chi?

GIORGIO CHIELLINI – Il difensore livornese rappresenta la croce e la delizia sia della Juventus sia della Nazionale. Talentuoso e concreto, a volte si perde in errori che non fanno onore alle sue capacità, vedi quanto successo in finale contro la Spagna. Eppure resta uno dei difensori migliori d’Italia. E visti i tempi che corrono è necessario tenerselo stretto.

DIDIER DROGBA – Un commento personale del tutto non richiesto. Il fatto che Didi non sia entrato nella top three del Pallone d’Oro è uno scandalo. Ha vinto la Champions League da solo dopo aver dato spettacolo anni fa con il Barcellona in semifinale. Una furia, una bestia. Forza, talento, passione. La versione reale di Mark Lenders. In Cina a godersi la pensione, si è reso conto di non poter fare a meno del calcio di un certo livello. Juventus e Milan pensano all’ingaggio. Lui verrebbe a piedi da Shanghai. I tifosi già preparano i cori.

CARLOS TEVEZ – E pensare che poteva arrivare al Milan lo scorso gennaio a posto di Pato. L’Apache è particolare. Va accettato sia nel bene sia nel male. Solo senza pressioni riesce a dare il meglio. Del resto come giudicare uno che ha abbandonato il Manchester United perché non giocava? Dopo un periodo di conflitti sembra aver trovato la pace al City anche se ogni tanto la nostalgia del sudamerica si fa sentire.

DANIELE DE ROSSI – Capitan Futuro sembra sia perso. Ogni allenatore che arriva a Roma lo vuole vedere giocare in un posto diverso. Per Prandelli può addirittura giocare da centrale di difesa. Eppure non dimentichiamoci che abbiamo a che fare con uno dei migliori centrocampisti della storia. Potente e tecnico, avrebbe potuto vincere tantissimo se non fosse stato legato alla sua squadra ed alla sua città. Chissà se riuscirà a resistere anche ai diktat di Zeman.

JAVIER ZANETTI – 39 anni e non sentirli. Il capitano dell’Inter ha avuto il riconoscimento che meritava sollevando quella Coppa dei Campioni vinta grazie a Mourinho. Zanetti è l’esempio stesso del campione. Fedele ai colori, preciso, metodico. In poche parole perfetto. Sulla fascia dà la polvere ai ragazzini ed ogni volta che i suoi tifosi lo vedono in campo non possono fare a meno di cantare. Tra un anno e mezzo si giocheranno i Mondiali in Brasile. Javier avrà 41 anni. Sarebbe un modo straordinario di chiudere la carriera, quello di disputare la competizione in Sudamerica. E se magari riuscisse ad alzare la Coppa da capitano in Brasile (non ne voglia Messi ma Zanetti è un monumento nazionale) allora si che chiuderebbe la carriera come merita.

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