I 7 miliardi di sprechi dell’Unione Europea

Trucchi, sprechi o inefficienze per 7 miliardi di euro. La Corte dei Conti dell’Unione Europea ha rimarcato come il 5% del bilancio complessivo dell’UE sia speso male, una percentuale che sale nelle voci di bilancio più importanti, che vengono gestite in comune da Commissione e Stati Membri. Secondo i magistrati contabili l’Unione Europea dovrebbe concentrarsi più sui risultati che sulla sola erogazione dei fondi comunitari elargiti ai Paesi membri.

L’UNIONE EUROPEA E GLI SPRECHI – Nel bilancio complessivo dell’Unione Europea, che nel 2013 è stato pari a 148,5 miliardi di euro, ovvero circa 290 euro per ogni cittadino, ci sono stati errori per 7 miliardi. Questa somma, che misura la quantità di denaro pubblico che l’UE non avrebbe dovuto spendere per mancata conformità alla normativa comunitaria, è stata indicata dalla relazione annuale della Corte dei Conti dell’Unione Europea. I magistrati contabili hanno certificato il bilancio dell’UE, rimarcando però come la gestione della spesa comunitaria non sia sufficientemente buona. Una critica rivolta sia alla Commissione che agli Stati Membri. La Corte rileva che nel periodo 2007-2013 la priorità è stata data allo spendere i fondi (pena la perdita degli stessi), piuttosto che all’ottenere risultati. Ad esempio, la selezione di progetti beneficiari di fondi dell’UE è stata incentrata innanzitutto sull’esborso delle risorse finanziarie dell’UE disponibili, in secondo luogo sulla conformità con la normativa e solo in ultima analisi, e in misura limitata, su risultati e impatto.

L’UNIONE EUROPEA E I FONDI MALGESTITI – Nel bilancio dell’Unione Europea la Corte dei Conti ha rilevato numerosi casi di sprechi verificatisi per un controllo insufficiente sulle spese effettuate. Tra gli errori tipici vi sono pagamenti a un’azienda dichiarata come PMI ma che di fatto appartiene a un’impresa più grande oppure estensioni di un appalto pubblico esistente senza dare agli altri offerenti la possibilità di presentare un’offerta. In merito all’Italia è stato indicato, come esempio di inefficienza, che un agricoltore sardo abbia ricevuto un’erogazione comunitaria perché si era impegnato a non utilizzare sui carciofi prodotti fitosanitari nocivi per l’ambiente. Grazie alla visita della Corte dei Conti è stato certificato come questo agricoltore abbia invece utilizzato ripetutamente questi prodotti.

Uno dei tanti casi di sprechi che sono stati stimati poco meno del 7% nella Politica agricola comune, il settore dove secondo la Corte dei Conti è maggiore la percentuale di errori nell’erogazione dei fondi europei. Altro settore con un simile tasso di sbagli è la Politica regionale, energia e trasporti. Pac e fondi regionali sono le due voci più importanti del bilancio dell’Unione Europea, e la gestione della spesa è condivisa tra Commissione e Stati Membri. Il tasso di errore stimato è stato del 5,2 % nei settori a gestione concorrente e del 3,7 % per i programmi di spesa gestiti per lo più direttamente dalla Commissione. Il tasso di errore stimato per la spesa amministrativa dell’UE è stato dell’1%.

Photo credit:  Sean Gallup/Getty Images

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