I 14 assegni di Buffon al tabaccaio

01/06/2012 di Niccolo' Carosio

Pierluigi detto Gigi Buffon ha molte cose da spiegare. E anche se non è indagato, visto che ciò che ha fatto non è reato per la giustizia ordinaria, potrebbe finire sotto la lente della giustizia sportiva, che vieta esplicitamente ed espressamente di scommettere ai tesserati. Il Corriere della Sera ci racconta cosa c’è nell’informativa che lo inguaia:

Nel periodo gennaio 2010-settembre 2010, di n. 14 assegni bancari, di importi tondi compresi tra euro 50.000 ed euro 200.000, per un totale di euro 1.585.000, tutti a favore di Alfieri Massimo, titolare di tabaccheria a Parma abilitata, tra l’altro, alle scommesse calcistiche». Qualcosa in più di un milione e mezzo, dunque, che sale a un milione e 660 mila conteggiando un quindicesimo assegno da 75 mila euro emesso nei primi giorni del 2010.

Che fa sorgere un sospetto:

«L’istituto di credito segnalante ipotizza che le liquidità possano essere oggetto di scommesse vietate». Le puntate, infatti, sono interdette dal codice di giustizia sportiva «ai tesserati delle società appartenenti al settore professionistico » in qualunque forma, «direttamente o per interposta persona, anche presso i soggetti autorizzate a riceverle». Su mandato dello stesso Buffon il suo avvocato ha contattato il personale della banca, ma non ha voluto specificare le ragioni di quei movimenti «a tutela della privacy del suo assistito». Secondo quanto riferisce la Finanza, il legale «si è limitato a descrivere il beneficiario degli assegni come persona di assoluta fiducia, spiegando che i trasferimenti di liquidità sono volti a tutelare parte del patrimonio personale di Buffon».

 

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Il capitano della nazionale, insomma, avrebbe voluto mettere al riparo una piccola fetta dei suoi guadagni presso un tabaccaio, titolare di un’agenzia di scommesse. Una spiegazione un po’ strana, che probabilmente il portiere dovrà dettagliare in altri luoghi. Così come l’altra che ha dato il suo avvocato:

«L’avvocato ha inoltre accennato a una società fiduciaria e all’acquisto di immobili a Parma, senza specificare l’esistenza o meno di scritture private o atti di compravendita/ donazione». Dei soldi di Buffon si sono interessati anche i detective antiriciclaggio della Banca d’Italia, l’Unità di informazione finanziaria, i quali hanno verificato i conti correnti della tabaccheria dell’amico del calciatore.

Giungendo a queste conclusioni:

«A fronte dei rilevanti fondi trasferiti da Buffon sono puntualmente identificabili addebiti di importo abbastanza comparabile disposti automaticamente tramite Rid bancari a favore della Lottomatica spa e della Lis Finanziaria spa», altra società del gruppo Lottomatica. Come se a ogni assegno seguisse una giocata. Un paio di esempi: il 16 aprile 2010 Buffon accredita al tabaccaio 150.000 euro, e lo stesso giorno Lottomatica riceve un pagamento di 145.807,24 euro; tra il 13 e il 16 luglio, il capitano della nazionale stacca tre assegni da 100.000 euro ciascuno, «a cui fa seguito un addebito, sempre tramite Rid, di oltre 380.000 euro a Lis Finanziaria ». L’Unità antiriciclaggio ipotizza che la non precisa coincidenza degli importi possa dipendere, «plausibilmente», dal fatto che «i versamenti da e verso Lottomatica avvengono a saldo (in alcuni casi positivo, in altri negativo) degli introiti per la raccolta delle scommesse e l’offerta di servizi di pagamenti con i pagamenti di eventuali vincite». In sostanza, si versa di più o di meno a seconda se le puntate sono risultate vincenti o perdenti.

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