Hong Kong in un giro di Rolex (falso)

18/05/2011 di Gianluca Longhi

Uno sguardo verso uno dei nuovi centri del globo

Hong Kong, ex colonia britannica ora tornata alla Cina, città di sette milioni di abitanti compressi in poco più di mille chilometri quadrati, è luogo affascinante, luccicante e ricco di contraddizioni. Efficientissima e piena di centri per lo shopping, una capitale del futuro con i piedi ben piantati nel presente. Il secolo cinese parte da qui.

HK ON MY MIND – Hong Kong colpisce da subito per l’efficienza e la capillarità del sistema dei trasporti. Una volta atterrati nello spettacolare aeroporto Internazionale, un’enorme piattaforma protesa sul mare, si è immediatamente proiettati su trenino iper-veloce che conduce sulla terraferma. Un primo contatto con l’efficienza lussuosa che caratterizza molti aspetti della metropoli asiatica.

CITTA’  RICCHISSIMA – L’ex colonia inglese è così opulenta che gli spacciatori per le strade affibbiano Rolex (falsi, ma praticamente perfetti). E non è una copertura per la droga, ne ho seguito uno e questi ha aperto una 24 ore. Dentro c’erano orologi. Qualunque cosa vuoi fare ad HK devi transitare da un centro commerciale. Per andare in bagno, in banca o dall’avvocato, prendere la nave per Macao o recarti in un tempio per incontrare un losco personaggio delle Triadi… tutto è un grande shopping mall. Puoi andare da una parte all’altra della città, nei sotterranei e nei passaggi sopraelevati, senza uscire dai negozi. Spesso non si può attraversare la strada, è vietato. Si è costretti a prendere il sottopassaggio. E sotto naturalmente si troveranno chilometri di negozi.

PRIMO SGUARDO SULLA CINA – È il primo assaggio della Cina, dove sei libero, ma nello stesso tempo costretto a seguire determinati itinerari. Eppure HK non è Cina, qua la gente non sputa selvaggiamente e non getta la spazzatura per la strada. Ad HK ho assistito a sobrie manifestazioni di protesta: manifestanti educati in giacca e cravatta sorvegliati da poliziotti Nerd. I manifestanti suonavano ritmicamente un tamburo mentre e da un megafono poggiato per terra arrivavano le ragioni della protesta. Tutte le manifestazioni si svolgevano davanti a delle banche, anche se potrebbe essere solo un caso, vista la capillarità del settore.

COSA GUARDARE – Il posto ideale per dormire è la Chunking Mansions, il luogo più borderline di HK, con gli affittacamere più a buon mercato di una città può essere economica o costosissima. Nonostante questo, al primo piano dell’enorme palazzone, si trova un centro commerciale. Zampe di gallina fritte, cellulari e net-book di ultima generazione convivono in uno spazio multietnico e maleodorante, con le celebri code di gente che attende di poter prendere l’ascensore. HK è un alveare di umanità che brulica per le strade e nei sottopassaggi, caotica ma nello stesso tempo ordinata e pulita. I pochi che fumano lo fanno di fianco agli appositi cestini-posacenere. Per le strade si vedono quasi solo autobus e taxi, ma muoversi in autobus è una sfida per lo straniero che non conosce una sola parola di cinese, specialmente se decide di salire sui mini-pullman col tetto rosso, ad itinerario variabile. In teoria funzionano come dei taxi, ma senza parlare cinese spostarsi è un’impresa titanica. Imperdibili poi le scale mobili più lunghe del mondo, al Central. Sono progettate per i pendolari; la mattina scendono, mentre la sera salgono sull’erto colle, affiancate da locali per Occidentali.

TUTTO UN CENTRO COMMERCIALE – Un esempio del shopping-izzazione della vita ad HK si trova nell’itinerario più turistico. Victoria Peak, il picco che domina tutta la baia, il luogo più suggestivo, insieme al grattacielo della Bank of China, per vedere l’imponente massa di grattacieli. Sulle pendici del colle, alto poco più di 500 metri, su cui si sale con uno storico tram, vivono i ricchi; si scorgono decine ville con piscina. In cima al Picco c’è la stessa costruzione presente sulle banconote da venti dollari. Cos’è diventata? Elementare, un centro commerciale!Se non si è troppo carichi di pacchi la sera, se è il giorno giusto, cioè mercoledì, si potrebbe  trascorrerla all’ippodromo Happy Valley, il luogo di ritrovo degli expats inglesi, pieno di ragazze tirate e carine. Poi, dopo essersi caricati di birra (qua va soprattutto in caraffe)  si può prendere il celebre tram a due piani e scendere in Wan Chai, il quartiere a luci rosse, per assistere ad uno spogliarello ad usum turista e naturalmente… farsi spennare.

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