L’appello contro l’hashish della madre del ragazzo suicida di Lavagna

16/02/2017 di Redazione

Il ragazzo suicidatosi a Lavagna per un controllo anti droga della Guardia di Finanza, Giò, è stato perquisito su segnalazione di sua madre Antonella. L’ha dichiarato la donna durante il suo funerale, in un drammatico e doloroso appello contro le droghe tenuto durante la commemorazione del figlio, riportato dal Secolo XIX.

Un pensiero particolare va alla Guardia di finanza. Grazie per aver ascoltato l’urlo di disperazione di una madre che non poteva accettare di vedere suo figlio perdersi…avevo provato con ogni mezzo di combattere la guerra contro la dipendenza prima che fosse troppo tardi…è qualcuno che invece vuole soffocarvi, facendovi credere che sia normale fumare una canna, normale farlo fino a sballarsi, normale andare sempre oltre

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L’intervento di Antonella è stato particolarmente toccante, anche se ha suscitato immediatamente diverse polemiche. Il dolore di una madre che ha perso il figlio in modo così drammatico è più che comprensibile, ma il suo appello contro le droghe leggere che distruggerebbero la vita di chi le utilizza non è condivisibile. Il suo ringraziamento alla Guardia di finanza ha mutato il racconto della vicenda: dalle prime ricostruzioni sembrava che la causa fosse stata un’applicazione, anche severa, della normativa anti droga. Antonella, che aveva adottato il ragazzo morto a Lavagna, ha invece tentato di impartire una dura lezione al figlio Giovanni, preoccupata per il suo crescente consumo di hashish. Il ragazzo stava andando peggio a scuola, e la famiglia aveva deciso di non farlo più giocare a calcio, dove era molto bravo, per provare a dissuaderlo dall’utilizzare ancora l’hashish. Purtroppo le incomprensioni sono cresciute, fino alla drammatica perquisizioni che ha spinto Giovanni al suicidio.

Foto copertina: ANSA

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