La “vera” storia del rapimento di Hannah Anderson, stasera in tv

Rapita: storia di Hannah Anderson. Questo il titolo del film che andrà in onda su Rete 4 questa sera, una pellicola esclusiva per l’Italia visto che l’opera del regista Peter Sullivan è in prima tv senza alcun passaggio nei cinema. Il film ripercorre la storia di Hannah Anderson, sedicenne americana, che nel 2013 in California è stata rapita da un uomo che aveva massacrato la di lei madre e suo fratello. Un film forte che non è però piaciuto alla protagonista.

HANNAH ANDERSON, LA STORIA DEL RAPIMENTO

Hannah Anderson, spiega il San Diego Union Tribune, non ha apprezzato il film sulla storia della sua vita. E la stessa cosa ha fatto la sua famiglia. La sua vicenda, dal rapimento in California fino alla liberazione nelle campagne dell’Idaho nel film è stata troppo romanzata, a loro modo di vedere. Hannah Anderson è stata rapita da un amico di famiglia, Jim DiMaggio. I due erano tornati da poco da un viaggio a Hollywood con la ragazza che si era proposta in pose accattivanti con tanto di short e tops.

HANNAH ANDERSON, IL RAPPORTO CON ZIO JIM E L’INTERVENTO DELL’FBI

Le immagini del viaggio, pubblicate da Hannah Anderson sui social network, avevano fatto parlare gli amici e la comunità per quello che poteva essere realmente il loro rapporto. La ragazza aveva riferito che l’uomo, chiamato per anni “Uncle Jim”, “Zio Jim”, aveva confessato di avere una cotta per lei e che non voleva farle alcun male. Le cose cambiarono quando la polizia rinvenne nella casa della giovane i corpi senza vita della madre Christina, del fratello Ethan di otto anni e del loro cane. Le ricerche portarono l’Fbi a scoprire il nascondiglio di Jim DiMaggio che teneva prigioniera Hannah Anderson nel Frank Church–River of No Return Wilderness. La polizia nel corso del blitz per la liberazione della giovane uccise “Uncle Jim” con sei colpi di arma da fuoco.

HANNAH ANDERSON, LA RABBIA DELLA PROTAGONISTA

 

Hannah Anderson e famiglia come detto non hanno condiviso questo film perché ritengono che la storia tra le protagonista e il suo rapitore sia stato dipinto come “troppo coinvolto” dallo sceneggiatore e dal regista rispetto alla realtà. In una scena si vede la ragazza baciare il suo rapitore e non mancano i riferimenti a vari flirt tra i due. La protagonista della vicenda si è difesa spiegando di non aver mai autorizzato un film sulla sua storia e che la pellicola contiene fatti falsi e fuorvianti. La nonna della ragazza, Sara Britt, ha aggiunto che la famiglia non ha nulla a che fare con la pellicola. Cosa aspettarsi quindi da questo film? Bisognerà vederlo per capire.

 

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