Guido Bertolaso scaricato dal centrodestra alle Elezioni Roma 2016?

Il centrodestra sempre più in ordine sparso alle Elezioni 2016: dopo il comunicato della settimana scorsa con cui i tre leader della coalizione chiedevano un impegno diretto a Guido Bertolaso, che per questo ha accettato e ha aperto la corsa per la poltrona del Campidoglio: con battute e toni che ad alcuni alleati della coalizione sono risultati meno che accettabili. Le parole sui rom (“Io mi metto sempre dalla parte dei più deboli e i rom sono una categoria che è stata vessata e penalizzata”) e gli apprezzamenti verso Francesco Rutelli e Roberto Giachetti (“fra Marchini, Storace e Giachetti sceglierei Giachetti”) hanno fatto letteralmente infuriare Matteo Salvini; che, stando a quanto sembra, si sarebbe sfilato dal sostegno a Bertolaso. 

GUIDO BERTOLASO SCARICATO DAL CENTRODESTRA ALLE ELEZIONI ROMA 2016?

In un retroscena di Fabio Martini sulla Stampa la telefonata fra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi.

«Non ho nulla di personale, ma la candidatura di Bertolaso è troppo debole, non funziona, non arriva al ballottaggio. A Roma c’è voglia di votare a destra. Per quanto mi riguarda Bertolaso ha finito la sua corsa». Salvini ieri pomeriggio ha alzato il telefono e ha gelato Berlusconi. Matteo fa saltare il banco romano, riapre i giochi, vuole un nome competitivo con i candidati del Pd e 5 Stelle. «Io non ho nessuno accordo con altri», ha spiegato il leader della Lega. Nemmeno con Marchini? «Nemmeno con Marchini, ma lui sicuramente è più competitivo di Bertolaso. Io voglio provare a vincere pure a Roma, non partecipare: voglio mandare a casa Renzi».

 

Scrive poi il Messaggero nella Cronaca di Roma che i primi sondaggi su Guido Bertolaso sono tutt’altro che splendidi.

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Si chiamano interviste a campioni stabili le prime mine sul campo di Guido Bertolaso. Dalle rilevazioni, effettuate da diversi dirigenti del centrodestra romano, risulta che l’ex Capo della Protezione civile non riesce «a sfondare» nell’elettorato che non pensa né al Pd né al M5S. Di sondaggi veri e propri ne girano pochi, nel centrodestra. «Prima aspettiamo il candidato grillino», è la parola d’ordine. Da alcune rilevazioni però risulta che il debutto di Bertolaso su rom, Rutelli e Giachetti gli abbia fatto perdere tra i due e i tre punti. E con tre candidati in campo (Bertolaso, Marchini e Storace) basta poco per fallire. Al punto che il timore generale che rimbalza tra Palazzo Grazioli e la sede di Fratelli d’Italia è chiaro: il ballottaggio è a forte rischio con l’ex capo della Protezione civile. Ecco perché i sondaggi vengono custoditi con prudenza e in molti aspettano che siano le televisioni a darne notizia. Seduto sulla riva del fiume, c’è Marchini. Il candidato civico ieri ha attaccato Bertolaso, finito in mezzo al fuoco concentrico di Lega, ex Ncd, fittiani e Storace, ovviamente. «Zorro de Noantri, quello che promette miracoli. Tra un po’ vedrete che Bertolaso ci spiegherà che può camminare sulle acque del Tevere e siamo a posto». Proprio su Marchini arriva l’appoggio del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, romana di Ostia. «Sosteniamo Alfio», ha detto l’esponente dell’Ncd, che si aggiunge agli ex alfaniani di Andrea Augello e ai Riformisti conservatori di Raffaele Fitto e Luciano Ciocchetti.

 

Di qui la netta impressione che la Lega, a Roma, sia pronta a sganciarsi dalla coalizione e ad appoggiare un candidato percepito come più vincente, più in corsa, più in partita. E Bertolaso stesso, riporta Repubblica, è tutt’altro che pronto a piegare la testa: e pretende un’assunzione di responsabilità dalla coalizione. Primo fra tutti Silvio Berlusconi.

Questa volta no, la soddisfazione di gettare la spugna a Matteo Salvini ha deciso che non la dà. Al leader della Lega che ormai gli ha dichiarato guerra, Guido Bertolaso si prepara a ribattere colpo su colpo. Problemi? «Macché, tutto bene, tutto tranquillo – risponde – A me interessa Roma, interessano i suoi problemi, il suo futuro, del resto me ne importa poco» taglia corto. Nel “resto” mette a questo punto anche la sortita a freddo del capo del Carroccio. Ecco perché, non appena le agenzie rilanciano le parole di Salvini, l’ex sottosegretario non perde tempo, prende il telefonino e chiama Palazzo Grazioli. Silvio Berlusconi si dice anche lui sorpeso, indignato. Bertolaso lo incalza. «Questa volta, Silvio, però mi difendete, perché io ho fatto marcia indietro e ho accettato la candidatura solo perché ero il candidato di tutti, è chiaro che Salvini vuole farmi fuori ma non l’avrà vinta e dovrai dirglielo tu». E il tono non è più quello remissivo di pochi giorni fa, quando al primo affondo del Carroccio è seguito il «grazie, non ci sto più» dell’uomo delle «emergenze ». Ora no. «Se non mi volesse fuori gioco, Salvini mi chiamerebbe in privato per discutere la questione dei rom, delle mi dichiarazioni che lui ritiene infelici e invece fa conferenze stampa, mi attacca, si rimangia quello che aveva dichiarato pochi giorni fa» si sfoga il candidato sindaco con tutti quelli che lo sentono in giornata.

 

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