Siria, la guerra spiegata ai millennials: dalle proteste contro Assad all’attacco di Trump

Uno Stato fallito. La Siria, che sta vivendo in queste ore gli ultimi, drammatici scenari di una guerra che va avanti almeno dal 2011, oltre alla perdita di vite umane, deve far fronte a una delicata posizione nello scacchiere internazionale, che vede in gioco soggetti come Stati Uniti, Russia e Isis. Il bombardamento ordinato da Donald Trump è stato la risposta immediata all’attacco con gas a Idlib che ha fatto decine di vittime (72 morti il bilancio aggiornato), tra cui molti bambini. Ma si tratta soltanto dell’ennesimo capitolo di una vicenda destinata a tenere con il fiato sospeso il mondo intero.

LEGGI ANCHE: “Il video dell’attacco militare Usa in Siria”

CRONOLOGIA DELLA GUERRA IN SIRIA – 2011

La tensione in Siria inizia nel 2011, quando scoppiano le proteste contro il presidente Bashar al-Assad. Gruppi di ribelli cercano di rovesciare il governo, partendo dalle province meridionali e coinvolgendo a poco a poco tutto il Paese. Si formano due coalizioni, quella lealista, fedele ad Assad, e quella degli oppositori. In generale, l’Occidente vede in Assad un dittatore e una minaccia per il suo popolo; la Russia, invece, che ha forti interessi geopolitici nell’area, difende il presidente siriano e ne diventa il principale alleato. GUARDA IL VIDEO “LA GUERRA IN SIRIA SPIEGATA IN 5 MINUTI”

CRONOLOGIA DELLA GUERRA IN SIRIA – 2012

Tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012 si susseguono gli attentati suicidi. L’Onu non resta a guardare e manda come inviato speciale Kofi Annan, ex segretario generale delle Nazioni Unite, che propone un cessate il fuoco che verrà fatto rispettare, non senza diversi ostacoli, da 300 osservatori militari. Nel corso dell’anno, la situazione degenera: le forze dei ribelli compiono attentati che colpiscono direttamente le istituzioni siriane (ministri e familiari di Assad), mentre i lealisti continuano nelle loro rappresaglie che lasciano sul campo centinaia di vittime. Kofi Annan annuncia il fallimento della propria missione, Barak Obama – allora presidente degli Stati Uniti – minaccia Assad, chiedendogli di non oltrepassare la famosa “linea rossa”, costituita dall’utilizzo di armi chimiche.

LEGGI ANCHE: “I vecchi tweet di Trump: Obama non attaccare la Siria, gli Usa non otterranno nulla”

CRONOLOGIA DELLA GUERRA IN SIRIA – 2013 Sono proprio le presunte armi chimiche in possesso di Assad a catalizzare l’attenzione dell’Occidente. Nel corso del 2013 la situazione umanitaria in Siria si fa sempre più difficile: il regime viene accusato di aver ucciso più di 1400 persone in un attacco a Damasco, i ribelli continuano a rispondere con attentati suicidi. Il numero dei rifugiati siriani, secondo l’Osservatorio per i diritti umani delle Nazioni Unite, supera il milione.

CRONOLOGIA DELLA GUERRA IN SIRIA – 2014

Nel 2014, a complicare ulteriormente la situazione, interviene anche il neonato gruppo terroristico dell’Isis. Abu Bakr al-Baghdadi annuncia la nascita del sedicente califfato islamico dell’Iraq e della Siria e minaccia di attaccare l’Occidente con attentati. Le forze, a quel punto, si concentrano contro l’Isis e la situazione può essere sintetizzata così: da un lato gli Stati Uniti (e gli altri Paesi dell’Occidente) che sostengono i ribelli, dall’altro la Russia che continua a difendere Assad. Entrambi gli schieramenti, però, intendono combattere la minaccia del fondamentalismo islamico portata dall’Isis. 

CRONOLOGIA DELLA GUERRA IN SIRIA – 2015 E 2016

Il 2015 è l’anno in cui ad attirare maggiormente l’attenzione è proprio lo Stato Islamico: subisce un duro colpo perdendo Kobane per mano dei curdi appoggiati dagli Usa, ma poi conquista Palmira e distrugge – tra le altre cose – il suo immenso patrimonio archeologico. A questo punto, la Russia entra definitivamente in campo compiendo i primi raid aerei contro l’Isis: l’esercito di Mosca, insieme a quello fedele ad Assad, riesce a fatica a riconquistare prima Homs e poi, nel 2016, anche Palmira e Aleppo. L’Isis sembra essersi fortemente indebolita nei suoi territori d’origine e si torna a parlare del futuro dello Stato siriano, sempre diviso in due tra le forze che appoggiano Assad e quelle che lo contrastano.

LE ULTIME VICENDE DELLA GUERRA IN SIRIA – 2017

Il 2017 si è aperto con numerosi tentativi di negoziato tra le due fazioni, ma questi – portati avanti per quasi tre mesi da gennaio a marzo – si concludono ancora una volta con un nulla di fatto. Nell’ultima settimana, l’ennesimo attacco di Assad con le armi chimiche a Idlib a cui ha fatto seguito la reazione di forza di Donald Trump. Il presidente americano si era mostrato disponibile a valutare la posizione di Assad, in virtù anche dei suoi buoni rapporti con la Russia di Vladimir Putin. Ma dopo la strage di Idlib aveva detto di aver cambiato idea sul dittatore siriano. E visto il nulla di fatto dell’ONU – dove la Russia ha diritto di veto e ha bloccato qualsiasi iniziativa contro Assad – ha deciso di agire unilateralmente con l’attacco alle basi siriane, obiettivi circoscritti e mirati.

GLI SCENARI FUTURI DELLA GUERRA IN SIRIA

Che scenari si apriranno, ora? Difficile prevederlo: molto dipenderà dal prossimo annunciato incontro tra Usa e Russia. Putin ha affermato che il bombardamento degli Stati Uniti ha intaccato i rapporti tra i due Paesi, ma ciò non esclude che si possa giungere a un accordo. Di certo, difficilmente il bombardamento degli Usa avrà un seguito: essendo rivolti a disinnescare un obiettivo ben preciso, e avendo ottenuto il loro scopo, non hanno più ragione di andare avanti. Gli occhi di tutti, ora, sono puntati verso l’11 e il 12 aprile: il segretario di Stato americano Rex Tillerson si recherà a Mosca. Dal tavolo congiunto delle due superpotenze si attende una decisione definitiva sul futuro della Siria.

Share this article