Grecia, le 8 date del calendario verso il default

Grecia, il calendario delle prossime settimane indica come la possibilità di un default sia ormai molto elevata. Alexis Tsipras ha sorpreso i creditori convocando un referendum sull’intesa invece che proseguire le trattative nell’Eurogruppo. Il risultato della consultazione popolare indicherà la direzione delle prossime settimane, mentre già oggi la Grecia dovrebbe per la prima volta non onorare il suo debito verso il Fondo monetario internazionale. Ecco il calendario delle prossime settimane.

    • 30 giugno 2015. La Grecia deve rimborsare 1,6 miliardi di euro al Fondo monetario internazionale. Durante le trattative con l’Eurogruppo il governo di Alexis Tsipras aveva ottenuto la concessione di poter saldare in un’unica rata le quattro in scadenza a giugno. L’esecutivo di Atene ha già fatto intendere che non pagherà il suo debito con il Fmi, la prima volta che la Grecia non onorerà i debiti contratti con i due piani di assistenza finanziaria. Se la Grecia non pagasse entro la mezzanotte di oggi, ora di Washington, quindi le 6 italiane, il Fondo monetario internazionale bloccherebbe futuri crediti. Secondo le regole del fondo salvaeuro EFSF ci sarebbe la possibilità di chiedere immediatamente indietro i crediti elargiti ad Atene, 130 miliardi che la Grecia evidentemente non potrebbe saldare.
    • 1 luglio 2015. Mercoledì si riunirà il Consiglio direttivo della Banca centrale europea. L’organismo di governo della Bce dovrà decidere come reagire all’eventuale mancato pagamento della Grecia al Fmi. Al momento l’istituto centrale dell’eurozona accetta ancora come garanzie i bond ellenici quando eroga la liquidità emergenziale alle banche greche. Visto che la Grecia non ha saldato il suo debito, la Bce potrebbe decidere di non accettare più i suoi titoli di Stato, e bloccare la liquidità emergenziale che in queste settimane ha mantenuto in vita il sistema creditizio ellenico.
    • 5 luglio 2015. La data decisiva della crisi tra Europa e Grecia sarà domenica prossima, quando si svolgerà il referendum sull’accordo proposto dai creditori al governo di Alexis Tsipras. La proposta è stata in realtà ritirata, ma tutte le istituzioni così come i maggiori leader si sono schierati in favore del sì. Anche il Fondo monetario internazionale ha parlato di una riapertura delle trattative in caso di vittoria della posizione avversata da Syriza e Alexis Tsipras.

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  • 6 luglio 2015. Le banche greche dovrebbero riaprire il giorno successivo al referendum. Così è previsto, ma senza la liquidità emergenziale garantita dalla Bce non appare affatto probabile che ciò possa accadere. A meno di misure introdotte dal governo di Alexis Tsipras equivalenti all’ipotesi Grexit, come l’erogazione di liquidità fornita dalla banca centrale ellenica agli istituti senza autorizzazioni della Bce.
  • 10 luglio 2015. I T-bills, i bond a maturità a pochi mesi con cui si è finanziato il governo di Alexis Tsipras in questi mesi vanno in scadenza. L’esecutivo dovrà emettere 2 miliardi di nuovi T-bills, e sarà interessante valutare la reazione dei mercati dei capitali, soprattutto in un quadro di rottura ormai definitiva con l’Europa.
  • 13 luglio 2015. Scade un’altra rata della Grecia nei confronti del Fondo monetario internazionale, questa volta da 500 milioni di euro.
  • 17 luglio 2015. Altri T-Bills da 1 miliardo vanno a scadenza.
  • 20 luglio 2015. La Grecia deve rimborsare 3,5 miliardi di euro alla Bce. Maturano i bond comprati dall’istituto centrale all’epoca del programma di acquisti adottato contro la crisi dello spread nella primavera ed estate del 2011. Se la Grecia non rimborsasse il debito nei confronti della Banca centrale europea, sarebbe pressoché impossibile la continuazione dell’erogazione della liquidità nei confronti di Atene.

Photocredit: LOUISA GOULIAMAKI/AFP/Getty Images

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