Com’è nata la storia di Grease sessista e perché c’entrano i social network

Una vasta eco è partita da un articolo del Daily Mail che dava conto di alcuni commenti sui social network

05/01/2021 di Redazione

Oggi abbiamo scoperto che Grease è sessista. Lo hanno scritto tutti: ogni sito di informazione online ha dato conto di questa “notizia”, ogni commentatore che ha da sempre condotto la propria crociata contro il politicamente corretto si è indignato, lasciando partire lunghissimi thread e lunghissime discussioni che hanno ulteriormente amplificato l’assunto di partenza. Alla fine della storia, però, quando ci si è trovati di fronte a ogni singolo articolo italiano che ha ripreso la notizia del presunto sessismo di Grease, nessuno si è fatto la domanda: ma chi l’ha detto che Grease è sessista? Cioè, chi è stato il primo a dire che Grease è un musical sessista, misogino, razzista, che incoraggia lo stupro e che contiene una visione antiquata della società?

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Grease è sessista, ma soltanto dopo un articolo del Daily Mail

Ecco svelato l’arcano: lo ha scritto per primo il Daily Mail, dando conto di alcuni commenti che erano stati pubblicati su Twitter nel boxing day – il 26 dicembre -, quando la BBC ha deciso di trasmettere il musical. Il fatto che ci siano stati pochi commenti – ovviamente, non saranno stati solo quelli citati all’interno dell’articolo, ma non certo un fenomeno da trending topic – non ha impedito all’estensore dell’articolo (Katie Hind) di pubblicarlo prima nella versione cartacea e poi in quella online del 2 gennaio. Dando il via a una cascata di traduzioni e commenti che – fermandosi al titolo – hanno dato inevitabilmente spazio all’accusa di sessismo nei confronti di Grease.

Evidentemente un’accusa di successo se, come detto, è stata ripresa da diversi siti a livello internazionale, arrivando nelle ultime ore anche in Italia.

Così un giornale, che ha ripreso una manciata di commenti sui social network, ha incoraggiato una particolare visione su Grease, lo ha riattualizzato, ha permesso che diverse persone lo riguardassero con un occhio diverso. Per carità: si tratta di un processo legittimo. È quello che fa un articolo d’opinione, in fondo, esprimendo una propria visione di uno specifico aspetto del mondo e sottoponendola all’attenzione del pubblico, che inizia – intorno a quell’idea – un dibattito.

Il problema si palesa quando, nel mare magnum dei social network, questo fenomeno ha portato a distorcere l’informazione fino a far comparire false informazioni sul fatto che ci fosse un non meglio precisato qualcuno che voleva cancellare il musical. Un caso di scuola di come l’amplificazione dei social network abbia permesso la diffusione di una notizia dando per scontato che fosse più di una semplice opinione di qualcuno.

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