La lettera ai presidi della Toscana: «Segnalateci le gravidanze sospette delle studentesse, specie quelle che non terminano con un lieto evento»

Una circolare che doveva restare riservata e che invece ha provocato non pochi dubbi tra i dirigenti scolastici della Toscana. Che hanno immediatamente dato vita a una sorta di tam tam tra di loro e con la stampa. L’Ufficio scolastico regionale, infatti, aveva chiesto loro di segnalare entro il 5 gennaio 2018 le sospette gravidanze delle studentesse. Con una formula piuttosto contorta e con uno scopo che, a prima vista, sembrava incomprensibile.

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GRAVIDANZE STUDENTESSE A SCUOLA, LA LETTERA AI PRESIDI

È quanto raccontato dal quotidiano La Repubblica, che ha pubblicato anche alcuni estratti della circolare stessa. Nella missiva indirizzata ai presidi, si chiede se «nelle vostre scuole ci sono stati casi di abbandoni o assenze da parte di studentesse per sospette gravidanze», si invita a verificare «le eventuali fattispecie nelle quali, in definitiva, risulti una gravidanza, ma non un ‘lieto evento’ al termine della stessa».

Una richiesta, in particolare l’ultima, che ha gettato nel panico diversi dirigenti scolastici. Nella maggior parte dei casi, infatti, si tratterebbe di rivelare dati sensibilissimi, legati a ragazze minorenni, che fanno parte della sfera della loro privacy. Comprensibile lo sconcerto di molti presidi che, in queste ore, hanno fatto emergere il problema e hanno reso nota la circolare, nonostante la richiesta di riservatezza da parte dell’Ufficio scolastico regionale.

GRAVIDANZE STUDENTESSE A SCUOLA, ECCO IL PERCHÉ DELLA CIRCOLARE

Tuttavia, sempre il quotidiano La Repubblica ha contattato proprio chi ha scritto questa lettera per comprenderne la motivazione. Dall’Ufficio scolastico regionale della Toscana fanno sapere che la richiesta si lega a un’indagine della procura di Venezia in merito a un abbandono a Musile di Piave di un neonato, lo scorso 4 novembre. Un corpo senza vita trovato all’interno di una discarica per la raccolta del vetro.

Le autorità inquirenti, dunque, avrebbero chiesto a diversi uffici scolastici – compreso quello della Toscana – un aiuto che si è concretizzato proprio in quella circolare. Ma – fanno sapere dall’ufficio scolastico della Toscana – non c’era alcuna volontà di raccogliere informazioni riservate sulle studentesse. L’iniziativa, però, non sarebbe piaciuta al ministero dell’Istruzione: secondo quanto riportato da Repubblica, infatti, il Miur si riserva di fare approfondimenti anche perché non sarebbe piaciuto né il linguaggio utilizzato, né la modalità della richiesta.

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