Gli insegnanti di religione contro la Buona Scuola

Contro la Buona Scuola ci sono anche gli insegnanti di religione. Oggi i docenti aderenti al sindacato Snadir sono scesi in piazza a Roma per contestare la riforma che approderà alla Camera la prossima settimana. «Questa riforma ci ha dimenticati – hanno urlato dai megafoni davanti Montecitorio – cosa pensavate che eravamo dei chierichetti? Invece no, siamo arrabbiati, è una vergogna».

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(Credits G.R. alaNEWS)

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LA RIVOLTA DEGLI INSEGNANTI DI RELIGIONE: I PUNTI

– Cosa c’è che indigna maestri e professori? L’ombra della Buona Scuola sull’insegnamento della religione cattolica. O meglio la scarsa chiarezza sui 5.539 posti vacanti e disponibili da utilizzare per la copertura del 70% dei posti previsti dalla legge 186/2003. Lo Snadir chiede infatti la proroga della validità della graduatoria di assunzione per l’unico concorso svolto dagli insegnanti di religione nel 2004: una lista che coinvolge circa quindicimila docenti. A questo esercito si aggiungono i 2.778 precari di religione che, secondo il sindacato, dal 2004 vivono in una situazione di grave disagio lavorativo, senza nessuna prospettiva di scorrimento della graduatoria concorsuale. Si chiedono 36 mesi di incarico per loro e un nuovo concorso. Non solo. Alla lista dei desideri dei docenti di religione si aggiunge anche il rinnovo del contratto collettivo nazionale (con salari adeguati ai colleghi europei) e la rivendicazione del ruolo di comunità educante con la “potestà deliberativa degli organi collegiali”.

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