Gli errori di Dan Brown

29/03/2010 di John B

Da Angeli e Demoni a Il Simbolo Perduto, i romanzi di Brown sono pieni di errori. Se solo di errori si tratta…

La pubblicazione del romanzo Il Codice Da Vinci, nel 2003 (l’edizione italiana è del 2004) provocò notevoli e differenti reazioni a livello culturale, politico e religioso. Il best seller di Dan Brown conquistò subito anti-clericali e complottisti da un lato, e provocò irritazione nel mondo ecclesiastico dall’altro. Moltissime persone restarono affascinate dai misteri che il libro svelava e dalle sconvolgenti rivelazioni che offrivano una lettura inedita della storia del cristianesimo. Sostanzialmente la trama de Il Codice Da Vinci si dipana intorno al mito del Sacro Graal, reinterpretandolo nel senso di un segreto capace di sconvolgere l’essenza e la storia del Cristianesimo e di una millenaria lotta tra forze impegnate a mantenere nascosta la verità e forze intenzionate a rivelarla.

RICERCA O VERITA’? – Fin qui, il racconto non è più sconvolgente di quanto possa esserlo un episodio della saga di Tolkien o un romanzo di Le Carrè.  La vera forza del lavoro di Brown sta nel fatto che il racconto è inserito in una serie di contesti storici che partono dalla vita di Gesù Cristo e arrivano al Vaticano dei giorni nostri, ricostruiti con notevole precisione e reinterpretati grazie a un certosino lavoro di raccolta e accostamento di elementi e informazioni poco note o del tutto sconosciute.  Il lettore scopre, così, che la Chiesa ha da sempre nascosto e soppresso il ruolo centrale della donna nel Cristianesimo; che la discendenza di Cristo fu femminile e nacque dall’unione con la Maddalena; che intorno a questo grande segreto si sono intrecciati una serie di complotti che hanno per protagonisti i Templari, il Priorato di Sion, l’Opus Dei, governi e istituzioni.  Il punto è proprio questo: il lettore non si limita a leggere queste rivelazioni, ma le scopre letteralmente, perché Brown le propone come il frutto di un laborioso e certosino lavoro di ricerca.  Per spiegare meglio il concetto, immaginiamo che la trama di un romanzo di spionaggio si svolga a Mosca durante la Guerra Fredda.

ERRORI – La trama è di fantasia, ma il contesto è reale: Mosca esiste veramente, la Guerra Fredda c’è stata davvero. Se l’autore scrive che a Mosca ci sono 10 milioni di abitanti e che d’inverno la temperatura scende a 10 gradi sotto zero, il lettore non ha motivo di dubitare sulla veridicità di questi due dati.  Così, quando Dan Brown rivela che la piramide del Louvre è costruita con 666 lastre di vetro (666 è il numero della “bestia”, dell’antiCristo), non ha motivo di dubitare che sia così. Non ha motivo di controllare.  Il lettore riconosce la fantasiosità della trama e dei personaggi creati dallo scrittore, ma dà per scontato che il contesto storico e documentale sia reale, ed è proprio questo a sconvolgerlo.  Perché Mitterand volle che l’opera comprendesse esattamente 666 lastre di vetro? Questa è la domanda che si fa il lettore, e Brown gli fornisce una riposta, una spiegazione, che si incastra nel contesto e lo avvalora. Ma la piramide del Louvre non ha 666 lastre di vetro. Ne ha 673.  E questa differenza, che certamente Brown non poteva ignorare, toglie completamente ogni fondamento all’affermazione che la piramide fosse stata costruita per custodire un preciso significato simbolico.  Ma di errori ce ne sono molti altri e ben più gravi. Brown afferma che la dea egiziana Isis era moglie di Amun. Falso: Isis era la moglie di Osiris.  L’Opus Dei è descritta come un ordine monastico, ma questo non è vero, è solo una prelatura. Si spiega che Venere è visibile a oriente subito dopo il tramonto del Sole: in realtà Venere è visibile a occidente.  E non è vero che i movimenti di Venere disegnino nel cielo un perfetto pentagramma ogni quattro anni. E’ falso anche che la Rosslyn Chapel di Edimburgo si trovi sullo stesso meridiano di Glastonbury.

BIBBIE – Non è vero che il Priorato di Sion fu fondato nel 1099 e che da esso si costruirono i Templari: il Priorato è un’invenzione di fantasia piuttosto recente (risale al 1956).  Brown afferma che i Templari furono messi al rogo e le loro ceneri disperse nel Tevere. In realtà ciò avvenne a Parigi, e a Parigi c’è la Senna.  Brown spiega che al Concilio di Nicea nel 325 Costantino ordinò la pubblicazione di una nuova versione della Bibbia e la distruzione di tutte le altre. La circostanza è del tutto inventata.  Di errore in errore, di menzogna in menzogna, tutto il contesto storico che fa da cornice alle trame di Dan Brown si rivela un falso, su Il Codice Da Vinci così come sugli altri suoi romanzi. Tuttavia la fama di Brown non è stata intaccata dalla sua inaffidabilità storica: per milioni di persone lo scrittore è un mito e la sua interpretazione della storia è una vera e propria… bibbia.

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