Giulietto Chiesa, l’ultimo complotto: «Panama Papers? Non ci sono miliardari americani»

Le teorie complottiste di Giulietto Chiesa non finiscono mai. Nemmeno il caso dei Panama Papers infatti sfugge all’attenzione del giornalista pochi giorni fa finito al centro delle polemiche per i suoi «suggerimenti» agli investigatori sugli attentati terroristici di Parigi e Bruxelles. Secondo Giulietto Chiesa anche la fuga di documenti dello studio legale Mossack Fonseca emersa ieri sarebbe riconducibile ad un piano dei «padroni del mondo» per esercitare il loro controllo sul pianeta.

GIULIETTO CHIESA: «PANAMA PAPERS? SOLO PER ALIMENTARE PUTINOFOBIA»

In un breve post pubblicato sul sito Pandora.tv nelle categorie ‘Editoriali’ e ‘Il punto di Giulietto Chiesa’ viene segnalato che nella lista di nomi dei titolari di conti o società creati nei paradisi fiscali «non c’è neanche un miliardario americano». Che non si trova «un Rotschild o un Rockfeller». E che invece «c’è Putin» con «i suoi amici». Dunque, le «strane scoperte» dei giornalisti di’inchiesta sarebbero state «cucinate» solo «per alimentare la russiofobia e la Putinofobia»:

A che servirebbe questa superbomba, questa “soffiata” mondiale? Se guardiamo bene tra i nomi fino ad ora usciti, non c’è neanche un miliardario americano. I padroni del mondo non ci sono. Vedremo spulciando negli oltre 11 milioni di files, se troviamo un Rotschild o un Rockfeller. O anche solo un Soros.

Invece chi c’è? Indovina. C’è Putin. Anzi, non c’è. Ci sono i suoi “amici”. Ma la foto di Putin campeggia sulle prime pagine di tutti i giornali. A cominciare da Repubblica. E allora ci viene un sospetto: Che le strane scoperte di questo Consorzio internazionale del Giornalismo Investigativo siano state cucinate come l’ennesima occasione per alimentare la russofobia e la Putinfobia.

L’ESPRESSO: «NEI PANAMA PAPERS MIGLIAIA DI AMERICANI»

La regia dei Panama Papers, in sostanza, secondo Giulietto Chiesa sarebbero gli Stati Uniti. Una teoria già prontamente smentita dall’Espresso a poche ore dalla diffusione delle prime informazioni sui documenti rubati al Massock Fonseca. Il settimanale, unico giornale italiano ad aver partecipato al lavoro del consorzio internazionale dei giornalisti d’inchiesta, ha chiarito che nell’elenco dei creatori di società offshore ci sono «migliaia di nomi di cittadini americani». Sull’Espresso ha scritto Stefano Vergine:

Sui forum e sui social network in molti si sono chiesti perché, nei primi articoli usciti, non siano apparsi nomi di cittadini americani. Per qualcuno la mancanza non è casuale, ma dettata da una precisa regia di matrice statunitense. Tesi argomentata con il fatto che uno dei politici coinvolti dallo scandalo è il grande nemico degli Usa, Vladimir Putin. E che tra i finanziatori di ICIJ c’è la Open Society Foundations di George Soros, finanziere vicino agli Usa e arcinemico di Putin.
I Panama Papers contengono in realtà migliaia di nomi di cittadini americani, ma nessuno di eccellente è finora emerso dalle verifiche. Il lavoro delle varie testate del consorzio, fra cui “l’Espresso”, sta continuando, ed è quindi possibile che nomi di cittadini americani appaiano in futuro. Va notato anche che molte società offshore sono registrate proprio negli Usa, negli Stati del Delaware e del Nevada, noti paradisi fiscali. E che l’ICIJ, in altre inchieste come quella intitolata Luxleaks , ha scoperto il coinvolgimento di diverse multinazionali americane.

(Foto di copertina da archivio Ansa)

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