Giuliano Pisapia: «Pronto a unire la sinistra fuori dal Pd»

07/12/2016 di Redazione

Giuliano Pisapia, ex sindaco di Milano, comune dove ha vinto in larga parte il Sì, non si tira indietro. Anzi, rilancia. Parla di un nuovo soggetto politico – Campo Progressista – fuori dal Pd e spiega in una intervista a Repubblica: “È il momento della verità”. Una creatura nuova, in sostegno a Renzi a patto che rompa con Alfano e Verdini.

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Lei è stato uno dei pochi uomini alla sinistra del Pd che si è schierato a favore della riforma, e a Milano il Sì ha vinto. Pochi conoscono meglio di lei i sentimenti del popolo di sinistra. Perciò le chiedo: è il momento giusto, secondo lei, per andare a elezioni anticipate?
“Io penso che ormai non si possa più andare avanti così. Forse febbraio è troppo presto, ma è ora che si vada a elezioni. Ed è indispensabile che non ci si vada con queste leggi elettorali. È del tutto evidente che ci sono alcuni punti dell’Italicum su cui la Corte costituzionale indirettamente si è già pronunciata, e vanno modificati. E poi non si può andare a votare con due leggi elettorali diverse per Camera e Senato, che quasi sempre producono due maggioranze diverse. Io credo che il Paese abbia bisogno di una legge elettorale che sia più democratica e permetta agli elettori di scegliere i propri parlamentari, con un premio di maggioranza che garantisca la governabilità senza essere eccessivo come è nell’Italicum. E non c’è dubbio che l’unico modo per superare il problema sia quello di assegnare il premio di maggioranza non al singolo partito ma alla coalizione vincente “.

Nel Pd c’è chi dice: abbiamo perso il referendum, ma noi abbiamo il 40 per cento e tutti gli altri devono dividersi l’altro 60 per cento. E’ così?

“Un momento: il 40 per cento del Sì contiene voti di centro-destra che certo non sarebbero disponibili per un’alleanza di centro-sinistra. Mentre nel 60 per cento del No ci sono tanti voti di elettori di sinistra che invocano l’unità del centrosinistra, e sono pronti a votare una coalizione che abbia questo segno”.

(…)

E quindi?
“Quindi serve un’alleanza aperta, diamole un nome: Campo Progressista, che riunisca le forze di sinistra in grado di assumersi una responsabilità di governo. Non per motivi di potere ma per fare le cose di sinistra. Intendiamoci: anche questo governo ha fatto cose di sinistra, penso alle unioni civili, ma ha dovuto fare anche altre cose che nascevano dalla necessità di arrivare a un compromesso con un partito di centro-destra. Questo non va più bene”.

Chi vedrebbe lei, in questo Campo Progressista? C’è già un progetto, un embrione?
“A Milano ho partecipato a due iniziative intitolate “Dopo il 4 c’è il 5”, pensando proprio al dopo-referendum. E naturalmente il tema era questo. Ecco, lì ho visto che ci sono gli spazi per questo progetto. E in questi mesi, girando l’Italia, partecipando a tante iniziative, mi sono accorto che il popolo di sinistra non aspetta altro “.

Lei ha in mente un soggetto politico alla sinistra del Pd, che si allei con Renzi alle prossime elezioni…
“Mettendo dei paletti ben precisi: nessuna alleanza con le forze di centro- destra o con quelle persone che non hanno la credibilità o l’affidabilità necessarie, anche se i loro voti oggi sono diventati indispensabili in Parlamento”.

(foto copertina ANSA/MOURAD BALTI TOUATI)

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