Il testamento politico di Gianroberto Casaleggio: «Nel 2017 il Movimento al governo»

13/04/2016 di Redazione

Il giorno dopo la morte di Gianroberto Casaleggio è sicuramente fra i più difficili, se non il più difficile in assoluto, nella storia del Movimento Cinque Stelle: il cosiddetto “guru” milanese era la mente programmatica e politica del M5S, e la sua prematura scomparsa lascia un vuoto di direzione che sarà molto difficile colmare. Che il Movimento sprofondi in una guerra per bande, ora, è possibile se non si riuscirà a tenere la barra dritta: a dover costruire il futuro del Movimento sembrano ora chiamati Luigi di Maio, vicepresidente della Camera, e il figlio di Casaleggio, Davide, braccio organizzativo della Casaleggio & Associati.

GIANROBERTO CASALEGGIO: «NEL 2017 IL MOVIMENTO AL GOVERNO»

Su Il Messaggero, Claudio Marincola racconta la giornata difficile del Movimento Cinque Stelle, che dovrà necessariamente ripartire da Beppe Grillo.

Voleva farsi da parte, dedicarsi ai suoi show, fare “un passo di lato”, e ora invece dovrà fare il garante. (…) Gianroberto Casaleggio ha una colpa: lo ha lasciato solo. Era il Marx e anche il Lenin dei Cinque Stelle. Decideva la linea, le espulsioni, le candidature, il ruolo del web. Era il grande Moloch e ha spinto il pulsante a distanza fino a che ha potuto. E da visionario qual era non s’è smentito: nel suo testamento politico ha chiesto di prepararsi perché il grande momento si avvicina. Le elezioni politiche arriveranno con un anno di anticipo nel 2017 e il M5S le vincerà. “Prepariamoci a governare il Paese”, è il senso dell’epitaffio lasciato ai suoi fedelissimi, “il sogno che si realizza”. Sapeva che i suoi giorni erano contati e ha voluto pianificare il futuro.

 

 

In cabina di comando, come dicevamo, Davide Casaleggio: “Se il padre era il software, lui è l’hardware, insieme erano il sistema operativo”.

Il blog incassa grazie a un sistema rodato: il copyright su tutti i video delle sue webstar, gli stessi parlamentari M5S che sulle loro pagine social hanno centinaia di migliaia di fan. Per ogni video tratto da Rai, Mediaset, La7, la Casaleggio & Associati ricava introiti da banner e spot. Un sistema che si autoalimenta e che ha spese ridotte grazie alla gestione spartana imposta dal guru, uomo colto, ma anche imprenditore che curava bene i suoi affari.

 

Ora la “gestione” informatico-tecnica del Movimento dovrebbe passare dunque a Davide, manager più che politico, e che dovrà fare i conti con gli altri soci della Casaleggio e Associati.

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La linea politica, invece, dovrebbe essere contesa dall’esponente più in vista del Movimento: Luigi di Maio, scrive Iacopo Jacoboni sulla Stampa, ieri è salito a Milano.

Il giovane di Pomigliano d’Arco, salito tutto solo a Milano per recare visita in ospedale, s’è però intrattenuto – particolare decisivo – nel primo pomeriggio alla Casaleggio, a salutare Davide. Da soli. Nessun altro. (…) Davide, che da tempo fa tutto alla Casaleggio, e chiarissimamente è stato investito di una successione che abbiamo già raccontato: da tempo Gianroberto smistava tutto e tutti, anche delicate scelte politiche, al figlio, che le faceva pervenire a Di Maio. Il patto tra i due, Davide e Di Maio, è stato per ora rinnovato. Di certo però alla Casaleggio hanno sempre visto Di Maio e Di Battista come «i nostri ragazzi»; fungibili. E Davide li considerava fino a ieri come sottoposti al duo decisionale dell’azienda. Loro, dotati di enorme ambizione anche se non di carisma, lo accettavano a stento da Gianroberto, ma lo accetteranno dal figlio? E d’altra parte, Davide saprà diventare un po’ «politico» per non finire scalato in breve tempo? Se l’hanno fatto col padre, parrebbe ancor più possibile con lui. Ma proprio un freddo – a differenza dell’emotivo Gianroberto – potrebbe rivelarsi un osso più duro per i due capipopolo napoletano e romano

 

 

Secondo il Messaggero, a concorrere per Palazzo Chigi, destinazione ultima del Movimento Cinque Stelle, sarà Luigi Di Maio, dopo una formale votazione degli iscritti; Alessandro di Battista sarà “tutor” di Virginia Raggi in Campidoglio. Senza Gianroberto, però, tutto sarà più difficile: le grandi decisioni, le più controverse, della storia del Movimento, sono sue – ultima quella di far saltare l’accordo sulla Stepchild adoption.

Simbolicamente ieri è entrato in funzione “Rousseau”, il nuovo sistema operativo che il padre di tutti i grillini aveva voluto intitolare a colui che considerava il campione della democrazia diretta. L’ultimo omaggio della Rete.

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