Giallo De Santis, per il medico del Gemelli «ferite irrilevanti»

Un passo avanti, e poi un passo indietro. Quando sembrano diradarsi le nubi, ecco che tornano i dubbi, le incongruenze: sugli scontri di Tor di Quinto del 3 maggio scorso non si riesce ancora a fare piena luce, la dinamica degli scontri che portarono alle morte di Ciro Esposito e al ferimento di Daniele De Santis resta un giallo. Il mistero si infittisce oggi: secondo la diagnosi del medico del Policlinico Gemelli che per primo prestò le cure all’ex ultrà romanista le coltellate subite sarebbero da ritenere irrilevanti.

 

screenshot via Il Mattino
screenshot via Il Mattino

 

IL REFERTO – Al Gr1 il dottor Giandomenico Logroscino dichiara: «Quello che posso dire è che se ci fossero state lesioni da taglio importanti sarebbe stato operato per quelle lesioni da taglio, ma siccome non è stato operato per quello…». Coltellate insomma tanto irrilevanti da non richiedere un intervento chirurgico e quindi da non essere refertate: Logroscino confessa infatti di «aver appreso dalla stampa del referto viterbese», quello in cui per la prima volta appaiono le quattro ferite da arma da taglio. I pm Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio disporranno a breve una perizia e una visita medico legale per stabilire la vera natura di quei tagli, inferti secondo i Ris dagli ultrà napoletani prima che lo stesso De Santis sparasse a Ciro Esposito: le carte che i legali della difesa hanno consegnato parlano di lesioni che non dimostrano forse una chiara volontà di uccidere – «quattro ferite lineari di circa un centimetro ciascuna in sede paramediana gluteo-bilaterale» – ma che tutto si possono definire tranne ché insignificanti.

CALCIO DELLA PISTOLA – Nella cartella clinica del Gemelli non mancherebbero soltanto le coltellate: riporta il Corriere della Sera che non c’è traccia di una ferita «da sfondamento» al lobo frontale destro di De Santis – un taglio di 20 centimetri circa dovuto ad un colpo ricevuto col calcio della pistola Benelli che sparò a Ciro e ferì suo cugino Alfonso e Gennaro Fioretti – rilevata invece dai medici di Viterbo.

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