Cosa non quadra su «George Weah eletto presidente della Liberia»

I media di mezzo mondo hanno dato troppo presto la notizia dell’elezione di un nuovo presidente della Liberia. Molte testate nazionali e internazionali, oggi, hanno comunicato del successo elettorale dell’ex calciatore George Weah quando in realtà i dati ufficiali del voto non erano ancora pervenuti. Un errore che ha ingannato molti personaggi famosi, che si sono subito congratulati con il Pallone d’Oro 1995. La bufala ha costretto i siti a rimuovere le pagine o modificare gli articoli pubblicati dando spazio alle ipotesi in luogo delle certezze.

«GEORGE WEAH ELETTO PRESIDENTE», MA MANCANO RISULTATI ELETTORALI

«L’ex Milan George Weah eletto presidente della Liberia», è il messaggio rimbalzato di bacheca in bacheca sui social network. «George Weah è il nuovo presidente della Liberia. Forse», è uno dei nuovi titoli spuntato qualche ora dopo.

 

George Weah
(Immagine: screenshot da Google)

 

«Congratulazioni al mio amico che ha vinto le elezioni politiche ed è diventato il nuovo presidente della Liberia», ha scritto l’ex capitano del Milan su Instagram.

 

George Weah
(Immagine dal profilo Instagram di Paolo Maldini)

 

Ma ad essere ingannato è stato anche il tecnico dell’Arsenal Arsène Wenger: «Vorrei congratularmi con il mio ex calciatore per essere diventato presidente della Liberia. Non capita spesso che un tuo ex-giocatore diventi Presidente!», ha scritto su Twitter.

 

George Weah
(Immagine da Twitter)

 

I seggi delle elezioni in Liberia si sono chiusi alle 18 (ora locale) di martedì. Si tratta delle terze votazioni nazionali dal 2003, anno in cui nel Paese africano ebbe fine la guerra civile. L’elezione è a doppio turno. Il comitato elettorale ha tempo fino al 25 ottobre per dichiarare un vincitore o annunciare un ballottaggio. Stando a quanto trapelato in vantaggio sarebbero l’attuale vicepresidente Joseph Boakai e Weah. La notizia della vittoria dell’ex calciatore è stata smentita anche dal comitato elettorale della Liberia tramite il proprio account ufficiale di Twitter, invitando a non rilanciare risultati che non siano stati verificati.

(Immagine di copertina da archivio Ansa)

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