Garlasco, il mistero delle biciclette e dei graffi sul braccio di Alberto Stasi

Si aggiunge un altro mistero al giallo di Garlasco, infatti i pedali della bicicletta di Alberto Stasi su cui fu ritrovato il Dna di Chiara Poggi non sono quelli originali. Come se non bastasse, un’altra bicicletta manca all’appello e quel dannato 13 agosto del 2007 i carabinieri notarono “due graffi freschi” sul braccio di Stasi, ma non vennero fotografati e non fu redatto un verbale in tal senso, mentre è stato identificato il tipo di scarpe che calzava l’assassino.

 

Foto: Spada/LaPresse
Foto: Spada/LaPresse

 

LE BICICLETTE – Nell’aula della prima Corte D’Assise d’appello di Milano sfilano sei testimoni, tra questi Massimo Panzeri, delegato di Atala, secondo il quale il pedali della bicicletta bordeaux “Umberto Dei” da uomo di Stasi non ha i pedali originali. Tra il 2002 e il 2008 vennero prodotti solo 32 esemplari di quel modello. Secondo la difesa però in quegli anni venivano costruiti altri due o tre tipi di pedaliere. Rita Officio, responsabile di produzione di una ditta di pedali, ha deposto su due biciclette andate in omaggio al padre di Alberto, Nicola Stasi: nel 2004 la bicicletta nera da donna (acquisita dalla Corte, praticamente intonsa, molto diversa da quella vecchia e impolverata vista dal maresciallo Francesco Marchetto di Garlasco) e l’anno dopo una bici, anch’essa da donna, nera o grigia e nera, sellino a molle e portapacchi (che potrebbe ricordare quella scorta dalla vicina Franca Bermani la mattina del delitto, di fronte a casa Poggi). Rimane un grande interrogativo: Che fine ha fatto questa seconda bicicletta?

I GRAFFI – In aula hanno poi deposto il brigadiere Pennini e l’allora brigadiere Serra, che notarono due segni rossi all’interno dell’avambraccio sinistro di Alberto Stasi mentre si trovavano davanti alla villetta dei Poggi. Il giovane spiegò che erano stati provocati dal suo cane. I due militari hanno poi dichiarato di aver riportato la circostanza ai loro superiori, dicendo che sarebbe stato necessario fotografarli. Nel frattempo però iniziarono a comparire i giornalisti e venne deciso di scattare le foto in caserma. Ciò non avvenne e non venne nemmeno redatto un verbale sulla spiegazione fornita da Stasi.

 

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LE SCARPE – Il tipo si scarpe che disseminarono le impronte insanguinate di suole a pallini sulla scena del delitto, un numero 42 prodotte da un’azienda veronese, sono state identificate dal maggiore Aldo Mattei del Ris e dall’ingegner Nardelli, dirigente di un’azienda calzaturiera del trevigiano. Alberto Stasi calza il numero 42 e possiede un modello di queste scarpe, ma con le suole lisce.

(Photocredit: Federico Ferramola / LaPresse & Spada / LaPresse)

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