Frontalieri, cosa cambia dopo l’accordo con la Svizzera: tra 10 anni guadagneranno il 20% in meno

Frontalieri

Italia e Svizzera hanno trovato un nuovo accordo sull’imposizione fiscale dei lavoratori italiani che lavorano nella Confederazione Elvetica, prevalentemente nel confinante Canton Ticino. L’intesa è stata raggiunta tra le delegazioni governative, e per entrare in vigore dovrà prima essere firmata con un trattato, e poi ratificata dai rispettivi Parlamenti.

TASSAZIONE FRONTALIERI

Italia e Svizzera hanno siglato la parafatura ufficiale dell’accordo tra Italia e Svizzera sulla tassazione dei frontalieri, al momento regolata dall’accordo contro la doppia imposizione raggiunto nel 1974 ed entrato in vigore nel nostro ordinamento nel 1979. Le delegazioni tecniche hanno trovato un’intesa, che probabilmente sarà firmata dai governi a fine inverno o inizio primavera, che modifica l’imposizione fiscale sui lavoratori italiani occupati nelle aziende elvetiche. La Svizzera tratterà il 70% dell’imposta alla fonte applicata alle retribuzione dei frontalieri, ma beneficerà della cancellazione dei ristorni. Le autorità elvetiche infatti erano obbligate dall’accordo del 1974 a trasferire il 38% dell’imposizione sui lavoratori italiani ai loro Comuni di residenza, nel caso in cui fossero situati entro 20 chilometri dal confine. In questo modo la Confederazione Elvetica potrà incassare l’8% di imposte in più rispetto a ora. L’Italia invece aumenterà la pressione fiscale sui frontalieri che risiedono all’interno della fascia di confine. Ai lavoratori italiani sarà applicata la stessa imposta Irpef che vale per i frontalieri che risiedono a più di 20 chilometri dal confine elvetico.

FRONTALIERI TASSE

Il cambiamento per i frontalieri residenti nella fascia di confine, che sono la maggior parte degli oltre 60 mila italiani che lavorano in Svizzera, concentrati nelle province di Varese, Como e Verbania, sarà però graduale, sempre che l’accordo siglato tra i funzionari di Roma e Berna sia rispettato nella ratifica parlamentare. L’Italia ha ottenuto che l’aumento dell’imposizione fiscale sui frontalieri sia introdotto in un arco temporale particolarmente lungo, circa 10 anni. La nuova tassazione scatterebbe dal 2018, e porterà a una riduzione del netto piuttosto rilevante, tra il 15 e il 20%, nel previsto 2028. I frontalieri potranno però beneficiare delle riduzioni Irpef previste dalla normativa italiana, come gli interessi sul mutuo. L’Italia ha poi chiesto alla Svizzera di vincolare l’accordo a due clausole di garanzia. La prima è la non discriminazione dei lavoratori frontalieri, la seconda è invece relativa all’intesa tra la Confederazione Elvetica e l’Unione Europa. Il 9 febbraio del 2014 gli svizzeri hanno approvato un referendum che chiedeva il contingentamento dell’immigrazione comunitaria, in evidente contrapposizione alla libertà di circolazione che la Svizzera aveva adottato con i trattati bilaterali con l’UE. Da più di un anno e mezzo il governo di Berna sta cercando di trovare una mediazione con la Commissione Juncker, che per ora appare ancora impossibile, per rispettare l’esito del referendum e i vincoli europei.

Photo credit: Sean Gallup/Getty Images)

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