Francesco Sicignano e la sua verità nell’intervista a Il Giornale

Un fiume in piena. Francesco Sicignano, il pensionato che ha ucciso il ladro a Vaprio D’Adda rilascia una lunga intervista a il Giornale. «Penso a quello che è successo: togliere la vita ad un uomo non è qualcosa che si fa a cuor leggero. E chi mi ha dipinto come uno sceriffo dal grilletto facile è perché ha il lusso di non sapere – mi auguro di non provare mai – quel che si sente in quegli attimi che hanno cambiato per sempre tutto nella mia vita».

Il pensionato ribadisce la sua versione dei fatti.

Certo. E la verità verrà fuori sa? Quando chiuderanno le indagini potrò essere più esplicito, la dice lunga però il fatto che vengo sostenuto anche dal 75 per cento degli spettatori Sky, che non è certo una rete di sinistra (forse voleva dire di destra? -ndr). Il proiettile che ho esploso, l’unico sparato quella notte, i carabinieri lo hanno trovato lì, vicino al divano dov’è seduta lei adesso. Se avessi voluto avrei potuto sparare anche agli altri due complici. Erano a pochi metri di distanza, giù in giardino. Ma ho sparato in aria per farli allontanare. Non c’era volontà di uccidere, non c’era nemmeno contro quel tipo che ho trovato nella mia cucina, naturalmente, a due passi dalla camera da letto, da mia moglie. E’ entrato dalla finestra che dà sul piano di cottura, ha fatto cadere una moka per il caffè. Mi sono svegliato, ho svegliato mia moglie.

Sul quotidiano il pensionato infine spiega i precedenti che lo hanno portato ad avere quell’arma. Sotto il cuscino:

Dal 2008, dopo che avevano scippato mia madre per strada e più avanti, sempre quell’anno, erano entrati qui sotto, nel suo appartamento, portando via 400 euro e gioielli, dormivo con la pistola sul comodino. L’arma ce l’avevo dal ’94 quando uno slavo aveva assalito il negozio di strumenti musicali che io e mio fratello gestivamo qui a Vaprio e mi avevano puntato un’arma in faccia, ma la custodivo sotto chiave. Dopo i fatti accaduti a mia madre l’ho messa sul comodino. Dopo quanto accaduto il giovedì prima di questa brutta storia il 15 ottobre l’ho messa sotto il cuscino.

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FRANCESCO SICIGNANO E IL PRECEDENTE DEL 15 OTTOBRE –

Il 15 ottobre il vicino di Sicignano vide, intorno alle 10, tre ladri che, dopo aver scassinato la porta del piano di sotto (quello della madre, morta in agosto), erano entrati nel condominio di Sicignano. Non trovando nulla al piano terra sono andati via. «Ma io avevo paura – spiega il pensionato – Tra l’altro sono convinto, dalla descrizione del mio vicino che fossero gli stessi».
Nella lunga intervista non manca anche una parte riservata al tema dell’immigrazione.

Ad esempio se accusano me di omicidio volontario, la ragazza romena che ha “coperto” il fidanzato albanese e irregolare che purtroppo ho ucciso, ora dovrebbe essere accusata di favoreggiamento dell’immigrazione. Poi rifletto sul fatto che i profughi o anche i clandestini non dovrebbe esser tenuti in quelle specie di gabbie per polli che sono i centri di accoglienza, ma nelle caserme vuote: ce ne sono tante! E alimentati con tutta la roba ancora buona che scartano i supermercati ogni giorno. Riusciremmo addirittura a dar loro l’autogestione e sarebbe tutto a costo zero.

(foto copertina ANSA/ ANDREA GIANNI)

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